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SCIENZA

Pompei torna a stupire: la terra regala un'altra incredibile scoperta

Un antico pavimento in mosaico è emerso dopo l'avvio di alcuni scavi a Pompei: quella che ci rivela è una storia antica e ancora estremamente carica di fascino e mistero

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Il fascino, la storia e i misteri di Pompei sono solo alcuni dei motivi per cui questo sito storico è, ancora oggi, oggetto di grandissima attenzione. L’antica città, nata nel IX secolo e coperta dalla lava e dalla cenere nel 79 d.C. in seguito all’eruzione del Vesuvio, nasconde ancora moltissimi tesori e gli archeologi scalpitano per riportarli alla luce.

L’ultimo prezioso rilevamento è recentissimo: una squadra di storici e archeologi, al lavoro da diverso tempo su una delle strade principali della città dell’evo antico, ha scoperto un prezioso pavimento in mosaico. Il pavimento è già prezioso di per sé, ma attenzione: a essere davvero fondamentali sono il suo significato e la sua storia.

La storia di Pompei e i suoi edifici

Per comprendere a pieno l’importanza della scoperta, occorre fare un passo indietro a quando la città di Pompei brulicava ancora di vita. L’insediamento urbano ha origini antiche, protolatine, e sul suo territorio hanno vissuto diverse popolazioni: osci, greci, etruschi, sanniti e, infine nell’89 a.C., dopo la guerra sociale, i romani. Sotto il dominio romano Pompei è diventata più grande e articolata, con la costruzione di distretti elettorali e fattorie.

Un’altra spinta in termini architettonici e urbani si rileva sotto l’imperatore Augusto, con il restauro del Teatro Grande, la costruzione di una nuova basilica (l’Edificio di Eumachia) e di un tempio dedicato alla Fortuna Augusta, la creazione dell’acquedotto del Serino e la manutenzione delle Terme Stabiane. Tutti i cambiamenti avvengono, ovviamente, partendo da edifici e strati esistenti: ogni nuovo strato storico, negli edifici, si sovrappone al precedente. Ed è per questo che sono ancora in corso indagini di studio sulle varie fasi urbane della città.

Via dell’Abbondanza e il pavimento in mosaico

In particolare, da molti anni, gli archeologi si sono concentrati su una precisa parte di Pompei che, in epoca romana, rappresentava il cuore dell’intera città: Via dell’Abbondanza, dove prima dell’eruzione del Vesuvio troneggiavano abitazioni civili, osterie, botteghe, laboratori artigiani e le già citate Terme Stabiane, il più antico complesso termale della città. Gli studiosi, in particolare, si sono concentrati proprio sulle precedenti fasi edilizie delle Terme, cercando di comprenderne fasi ed evoluzioni.

È proprio qui che è affiorato il pavimento a mosaico che ha lasciato tutti a bocca aperta: bianco, bordato da una fascia nera, presenta un emblema centrale con un motivo geometrico che presenta tessere nere, bianche, verdi e un ulteriore bordo rosso e nero. Questo tipo di pavimento presenta delle analogie con i mosaici della Casa dei Grifi sul Palatino e proprio per questo sembra che appartenesse a un’abitazione più antica, probabilmente destinata ad accogliere una famiglia di ceto medio alto.

Ciò non stupisce gli studiosi, considerando che, da Augusto in poi, Pompei è diventata meta d’elezione sia per l’imperatorie che per i ceti più abbienti. Eppure, per una qualche ragione, a un certo punto della storia, la residenza deve essere stata ceduta dai proprietari in virtù della costruzione di una nuova area delle Terme.

Il nuovo ritrovamento e la rilevanza storica

A scoprire il pavimento in mosaico è stata una squadra di archeologi composta da ricercatori della Freie Universität Berlin e dell’Università di Napoli L’Orientale. L’obiettivo della squadra era quello di chiarire alcuni aspetti relativi sia alle fasi cronologiche che all’organizzazione planimetrica di una parte delle Terme, ma la scoperta della casa esistita precedentemente è stata davvero una sorpresa.

In base alle analisi, pare che l’abitazione sia stata convertita in un nuovo spazio per le terme nel 62 d.C. Ciò suggerisce agli studiosi che ci sia un nesso tra la cessione della casa e il terremoto avvenuto in quello stesso anno, ma sono ancora in corso degli studi per comprendere meglio le dinamiche. Di sicuro, l’edificio precedente si sviluppava su circa 900 metri quadrati e si snodava in diverse aree, tra cui ingresso, stanze da letto, studio e salone (a cui appartiene il pavimento scoperto). Non resta, adesso, che attendere gli esiti delle analisi in corso nell’area e l’avvio di ulteriori scavi per saperne di più.

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