Gli scienziati scoprono nuove strutture misteriose nella coda dei Pterosauri preistorici
Grazie a nuove tecnologie, un team di scienziati ha analizzato la coda degli pterosauri: ci sono nuove interessanti scoperte su questa appendice.
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Si stagliavano sui cieli durante il Mesozoico, eppure gli pterosauri sorprendono la comunità scientifica ancora oggi: queste creature affascinanti, che dominavano l’aria milioni di anni fa, hanno sempre incuriosito per le loro dimensioni variabili e per le straordinarie capacità di volo. Proprio per questo continuano a essere al centro di alcuni studi e l’ultimo in ordine di tempo ha rivelato nuove strutture anatomiche a ridosso della loro coda.
Grazie all’analisi di alcuni reperti fossili e all’impiego di tecnologie all’avanguardia, un team di scienziati ha rivelato la presenza di una complessa rete di tessuti, ribattezzata “banderuola”, che un tempo rinforzava la parte terminale di questa appendice e che potrebbe aver avuto un duplice ruolo, sia nel controllo aerodinamico che “esteticamente” parlando.
Lo studio e la scoperta sorprendente
A condurre il nuovo studio, poi pubblicato sulla rivista scientifica eLife, è stato un gruppo internazionale di paleontologi guidato dalla dottoressa Natalia Jagielska della School of GeoSciences (University of Edinburgh). La dottoressa Jagielska ha coordinato un team composto da esperti dell’University of California, dell’University of Tokyo e della The Chinese University of Hong Kong.
L’obiettivo dello studio era quello di comprendere meglio come le diverse specie di pterosauri utilizzassero le loro lunghe code e, nello specifico, di capire quale fosse il ruolo delle strutture molli presenti alla fine della coda, già notate in precedenti studi ma mai analizzate nei minimi dettagli. Per portare avanti questo ambizioso progetto gli scienziati hanno studiato oltre cento fossili, selezionando alcuni esemplari particolarmente ben conservati.
Il team ha impiegato una combinazione di metodologie innovative, tra cui la tecnica della Laser Stimulated Fluorescence, che consente di rivelare dettagli anatomici altrimenti invisibili a occhio nudo: proprio così gli esperti hanno potuto attestare che alla fine della coda si trovava la “banderuola”, una membrana supportata da un reticolo interno costituito da strutture tubolari e fibre incrociate.
Il ruolo della banderuola
Le strutture tubolari e le fibre, secondo le analisi degli scienziati, erano essenziali per un sistema di sostegno meccanico fondamentale: in sostanza, grazie alla presenza della banderuola, le membrane dedicate al volo non si sarebbero mosse in modo incontrollato (come sarebbe per esempio potuto accadere in caso di forte vento o di grande velocità di volo), ma sarebbero rimaste solide e salde.
La banderuola, dunque, fungeva da rinforzo, limitando le deformazioni della superficie in presenza di flussi d’aria asimmetrici, un po’ come succede alle ali di un aereo, che sono progettate proprio per mantenere la forma sotto carico. Questa particolare struttura aveva pertanto una funzione pratica nell’aerodinamica del volo, perché distribuiva il carico di trazione e garantiva la rigidità necessaria per stabilizzare le manovre veloci.
I ricercatori ipotizzano che, durante un cambio improvviso di direzione, il tessuto della banderuola si tendesse in modo da ridurre la resistenza, permettendo ai pterosauri di compiere virate più precise. C’è da dire, però, che questo non era il suo unico ruolo. Secondo gli scienziati ce n’era almeno un altro più “frivolo”: la banderuola serviva a questi dinosauri volanti per dimostrare la loro possanza e la loro atletica, cosa utile soprattutto durante i rituali di accoppiamento.
I misteri degli Pterosauri
Nonostante questo importante passo avanti, gli pterosauri continuano a custodire numerosi segreti. Il reticolo scoperto nelle banderuole solleva interrogativi sul tipo di tessuto connettivo originario e sul meccanismo evolutivo che ha portato allo sviluppo di queste strutture: rimane ancora da capire, infatti, come differenti specie abbiano modulato la forma e la funzione della coda in relazione alle proprie esigenze di volo e di comunicazione visiva durante le interazioni sociali.
Di certo, l’evoluzione di questi giganti del cielo rappresenta un esempio straordinario di adattamento e innovazione. Le variazioni nella morfologia delle code, così come il passaggio a strutture corporee diverse nei gruppi successivi, indicano una complessa rete di pressioni selettive che ancora oggi stimola nuove ricerche. La continua applicazione di tecnologie avanzate promette di far emergere ulteriori dettagli, alimentando la voglia di approfondire una delle pagine più affascinanti della storia della vita sulla Terra.