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SCIENZA

Questo buco nero sta cambiando: ma cosa sta succedendo realmente?

Un buco nero avvistato nel 2019, M87, è (apparentemente) diventato più oscuro: gli scienziati lo stanno analizzando, scoprendo nuovi dettagli su ciò che sta succedendo

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Se è vero che ogni oggetto che punteggia il cosmo nasconde una serie di intrigantissimi misteri, è altrettanto vero che quando si parla di qualsiasi buco nero il livello di attenzione sale. Questi corpi celesti sono estremamente enigmatici anche per via del fatto che studiarli da vicino (almeno per ora) è davvero impossibile: il loro campo gravitazionale è talmente intenso da attirare tutto ciò che si avvicina, inglobando qualsiasi cosa e impedendone poi la fuoriuscita.

Eppure, in questo momento gli scienziati sono proprio impegnati nel cercare di risolvere un arcano che riguarda proprio un buco nero, per altro uno dei più famosi: M87, il primo di questi corpi celesti di cui siamo riusciti ad ottenere le immagini.  A quanto pare l’aspetto di M87 sarebbe cambiato e i motivi dietro questo mutamento non sono ancora del tutto chiari.

M87 e il suo aspetto particolare

M87 si trova al centro dell’omonima galassia ed è stato avvistato per la prima volta quattro anni fa e si trova a 55 milioni di anni luce di distanza dalla Terra, nella costellazione della Vergine. A immortalarlo la prima volta è stata una squadra di astronomi dell’Event Horizon Telescope, che ha poi divulgato l’immagine che conosciamo oggi: una sorta di ciambella di luce rossa, con sfumature gialle e arancioni. La “ciambella” appariva gonfia e circondava un cerchio nero, scuro e insondabile.

Questo primo scatto ha dato agli scienziati (e agli appassionati) la possibilità di osservare per la prima volta questo corpo celeste, talmente tanto massiccio da riuscire a deformare lo spazio-tempo e da attirare materia, energia e persino luce in un continuo vortice senza fondo. Ora, però, qualcosa è cambiato e le nuove immagini hanno restituito un ritratto molto diverso.

Perché il buco nero sta cambiando?

Una squadra dell’Institute for Advanced Study di Princeton ha, di recente, svolto delle osservazioni su M87. Ha utilizzato la prima immagine raccolta dall’Event Horizon Telescope l’ha completata con i dati raccolti da strumenti molto più avanzati (compresi James WebbHubble) negli ultimi due anni. Poi, ha sfruttato dei software di intelligenza artificiale per creare un algoritmo, chiamato Primo, che è riuscito a produrre  una visione migliorata e aggiornata del “ritratto” del buco nero.

Come abbiamo già accennato, lo scatto è risultato essere abbastanza diverso. Da una parte è rimasta netta la differenza fra la “ciambella” brillante e la regione centrale scura, ma adesso quest’ultima appare molto più ampia, con un’ombra (corrispondente al gas incandescente che si muove fra l’anello e la regione centrale) più sottile e dettagliata. Alla luce di quanto ottenuto, gli scienziati stanno adesso svolgendo delle ricerche per capire se effettivamente siamo di fronte a un cambiamento o se, molto più semplicemente, siamo in grado solo adesso di vedere con nitidezza le caratteristiche di M87.

Le ipotesi e le ricerche

A prescindere da ciò che si scoprirà, la comunità scientifica è piuttosto concorde sul fatto che il “nuovo” scatto consente una migliore analisi del buco nero e permette di individuare la radiazione visibile della materia che viene attratta dal centro. I dati forniti sono essenziali non solo per rafforzare il vincolo fra buchi neri e teoria della relatività generale di Einstein, ma anche per ottenere nuove informazioni sul comportamento di questi corpi celesti in maniera più ampia e generale.

Ma non è tutto qui, perché l’osservazione di M87 ha anche portato a una migliore analisi dell’omonima galassia, per la prima volta tradotta in un modello tridimensionale. Questa analisi contribuisce a una maggiore comprensione di come il buco nero alteri il moto delle stelle, interagendo con l’intero sistema.