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Le rocce lunari hanno un "cuore" di fuoco: la scoperta

L'analisi delle rocce lunari prelevate dai cinesi rivela la presenza di lava sulla Luna fino a 2 miliardi di anni fa

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La Luna è stata viva molto più a lungo di quanto credevamo Fonte foto: 123RF

La missione cinese Chang’e-5 ha portato sulla Terra, nel Dicembre 2020, circa due chili di materiale roccioso prelevato sulla superficie della Luna.

Quella messa in campo dall’Amministrazione nazionale cinese per lo spazio è stata la prima missione di ritorno di campioni lunari dal 1976: l’ultima fu la sovietica Luna 24, che portò sulla Terra 170 grammi di suolo lunare.

Gli scienziati di tutto il mondo sono in questi mesi impegnati nello studio approfondito dei campioni di roccia lunare, che sembrerebbe abbiano da dirci molto sulla Luna, da sempre al centro dell’immaginario umano ma ancora da indagare per molti aspetti.

Le rocce lunari più giovani di sempre

La Luna si è formata circa 4,5 miliardi di anni fa. I campioni di roccia prelevati dalle missioni Apollo e Luna, tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, sembravano indicare una storia abbastanza precisa: l’attività vulcanica della Luna si sarebbe esaurita nel primo miliardo di vita del satellite, con aggiustamenti che potrebbero aver coinvolto i successivi milioni di anni.

Viste le dimensioni della Luna, gli scienziati sono stati sempre piuttosto concordi sul fatto che il satellite abbia iniziato a raffreddarsi circa 3 miliardi di anni fa, per diventare “il tranquillo vicino inattivo” della Terra che conosciamo oggi.

La mancanza di crateri in alcune aree, del resto, lascerebbe suggerire la presenza di attività vulcanica ben oltre il primo miliardo di vita del satellite: in mancanza dell’ipotesi della lava, non sarebbe semplice spiegare le vaste superfici lisce della Luna.

D’altro canto, un oggetto “piccolo” come la Luna dovrebbe raffreddarsi molto più in fretta di quanto sembrano indicare i campioni lunari raccolti dai cinesi.

Le rocce prelevate dalla Luna da Chang’e-5 sono del tutto particolari: la loro formazione risale a circa 2 miliardi di anni fa, il che le rende “le rocce più recenti mai prelevate su suolo lunare”, afferma Carolyn Crow dell’Università del Colorado, tra gli autori dello studio. Ed è dalla loro analisi che emergono particolari “di fuoco”.

Il “cuore” di fuoco della Luna

L’indagine sulle rocce lunari, ricerca condotta da un team internazionale e pubblicata su Science, suggerisce che la Luna sia rimasta vulcanicamente attiva per molto più tempo di quanto sembrerebbe possibile a giudicare dalle sue dimensioni.

Gli scienziati coinvolti nello studio hanno dunque proposto diverse ipotesi, a partire da quella secondo cui i flussi di lava più recenti siano il prodotto del calore generato dal decadimento di elementi radioattivi.

È stato proprio per verificare la presenza di tale radioattività del suolo lunare che la missione Chang’e-5 è andata a raccogliere i campioni in un’area inesplorata del satellite, l’Oceanus Procellarum, che si crede sia di formazione più recente.

Ebbene, l’analisi chimica ha confermato l’età delle rocce, non più antiche di 2 miliardi di anni fa, ma non ha riscontrato la quantità di carica radioattiva ricercata a supporto dell’ipotesi. Cosa ha mantenuto viva l’attività vulcanica della Luna così a lungo, allora? Secondo Alexander Nemchin, co-autore della ricerca, una soluzione potrebbe essere quella per cui le forze gravitazionali provenienti dalla Terra abbiano liquefatto l’interno della Luna, permettendo che il magma scorresse sulla sua superficie per molto tempo.

La Luna era molto più vicina alla Terra 2 miliardi di anni fa”, spiega Nemchin: la fine dell’attività vulcanica della Luna sarebbe allora frutto del progressivo allontanarsi del satellite dal nostro pianeta, il che però non spiegherebbe ancora la presenza di magma nell’Oceanus Procellarum.

La ricerca sulla Luna è appena agli inizi. Harald Hiesinger, dell’Università di Münster, studia da anni la formazione dei crateri sulla superficie dei corpi celesti vicini alla Terra, in quanto l’analisi degli impatti può ricostruire frammenti importanti della storia del nostro sistema solare. Le rocce lunari più giovani di sempre, giunte sulla Terra da appena pochi mesi, hanno già rivelato agli scienziati notizie ed ipotesi di lavoro fino ad ora impensate.