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La Russia ha deciso di lasciare la ISS? La verità

La Russia lascerà davvero la ISS? E quando? Ecco i programmi di Roscosmos per il futuro della collaborazione internazionale nello spazio

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La Russia e la Stazione Spaziale Internazionale Fonte foto: NASA

La Russia lascerà la Stazione Spaziale Internazionale, prima o poi. E lo farà seguendo alla lettera il contratto che impone di dare 12 mesi di preavviso ai partner internazionali. Questo è quanto è emerso da un paio di recenti interviste rilasciate da Dmitry Rogozin, direttore dell’agenzia spaziale russa, rispettivamente alla TASS e alla TV di stato tra venerdì e domenica scorsi.

Rogozin, ormai noto per l’intensivo uso di Twitter e per le velate minacce rivolte via social al futuro della cooperazione internazionale, in particolare verso la ISS, ha anche parlato dei programmi di Roscosmos per il futuro.

La Russia lascia la ISS?

Sì, la Russia lascerà la ISS. È già stato detto da Rogozin: probabilmente avverrà nel 2024, e la decisione è ormai nelle mani di Putin. Ciò non significa che ogni volta che si accenna alla fine del programma della Stazione Spaziale Internazionale, destinato comunque a concludersi a breve, la Russia stia minacciando di abbandonare la ISS all’improvviso.

Tempo fa Rogozin pubblicò un video in cui si vedevano i due cosmonauti allora a bordo della Stazione lasciare l’astronauta NASA Mark Vande Hei su un modulo del segmento occidentale, e partire. In realtà, poche settimane dopo, i due cosmonauti del video sono tornati sulla Terra, come previsto, a bordo della Soyuz, insieme a Vande Hei.

A volte la comunicazione del Direttore della ISS eccede i pacati toni istituzionali, ma da quanto si può capire dalle interviste ufficiali rilasciate da Rogozin, la situazione – almeno in orbita – è tutt’altro che drammatica. “Non dovremmo creare trambusto in questo momento parlando della nostra posizione sulla ISS” ha detto Rogozin venerdì “continueremo il nostro lavoro nelle tempistiche dettate dal governo, ovvero fino al 2024”.

L’unica cosa da risolvere in fretta, entro metà maggio dice Rogozin, è la questione degli “scambi di sedile” verso la ISS: la Soyuz porta abitualmente sulla Stazione Spaziale astronauti delle agenzie occidentali, ed era previsto a breve anche il primo viaggio di una cosmonauta su SpaceX Crew Dragon. A breve il governo russo deciderà se e in quali termini continuare la tradizione del ride sharing.

Roscosmos, in ogni caso, darà i dovuti 12 mesi di preavviso ai partner internazionali, prima di smontare i moduli propulsori della Stazione Spaziale Internazionale e portarseli via. Intanto, le voci di una sempre più stretta collaborazione con l’agenzia spaziale cinese si fanno insistenti, e la Russia sembrerebbe portare avanti un programma piuttosto ambizioso, nonostante le pressioni internazionali.

La Russia lascerà la ISSFonte foto: ANSA

Il futuro della Russia nello spazio

Mentre si discute della permanenza sulla ISS, l’agenzia spaziale russa sta lavorando a diversi progetti, tra cui la costruzione di una stazione spaziale nazionale e quella di un razzo capace di andare sulla Luna dopo il 2030.

Il vice primo ministro Yury Borisov ha recentemente annunciato la costruzione di un primo modulo base per una stazione spaziale tutta russa che dovrebbe essere pronto nel 2025: si tratta del riadattamento di un modulo che avrebbe dovuto raggiungere la ISS nel 2024.

L’idea di una stazione russa, la ROSS, non è nuova: tolta la gloriosa storia della MIR, la prima stazione orbitante made in USRR, è già da qualche tempo che Roscosmos parla di un nuovo progetto nazionale in orbita. Addirittura si è parlato del problema costi, perché si dovrà prevedere un periodo di sovrapposizione in cui saranno operativi sia i segmenti russi della ISS sia la nuova ROSS.

Quanto alla Luna, prima di inviarci dei cosmonauti dovranno essere portate a termine le tre missioni, recentemente colpite dalla perdita della collaborazione con l’ESA. La missione Luna 28, prevista per il 2027, in particolare, dovrà atterrare sul suolo lunare, prelevare dei campioni di regolite e rispedirli sulla Terra.

A proposito di Luna, lo scorso marzo Rogozin ha firmato il memorandum per un accordo di cooperazione con il capo dell’agenzia spaziale cinese Zhang Kejian: Russia e Cina si sono impegnate nella costruzione di una stazione lunare internazionale. Il primo accordo risale al 2017, e riguarda in particolare le missioni sulla Luna, l’uso dei satelliti e programmi di ricerca congiunti in ambito astronomico.

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