Scoperta una nuova specie, finora sconosciuta
Hanno scoperto una nuova specie di ragni che mostra delle particolarità molto importanti, e ora gli scienziati stanno cercando di capire che ruolo giocano nell'evoluzione
Appassionati di filogenesi, sull’attenti: nelle ultime settimane è stata scoperta una nuova specie di ragni che, a quanto pare, potrebbe in qualche modo stravolgere ciò che sappiamo delle linee di discendenza nell’evoluzione della vita degli aracnidi. E non solo, perché la presenza di questa nuova specie starebbe sussurrando agli scienziati che c’è qualcosa di davvero molto importante che ancora non sappiamo sull’intera storia del nostro pianeta.
La scoperta è stata fatta in Israele da un team di ricercatori che si sono imbattuti in nutriti gruppi di araneidi, che, apparentemente, sembravano far parte di quelli che sono comunemente denominati ragni a imbuto (o ragni dei cunicoli). Dopo attente osservazioni, però, i ricercatori si sono accorti di alcune particolarità, mai riscontrate fino ad adesso. E hanno cominciato a indagare per saperne di più.
Le specie di ragni scoperte in Israele
L’indagine sui ragni, che ha portato alla scoperta della nuova specie, va avanti dal 2012. In realtà, tutto è cominciato con lo studio di alcune specifiche grotte, ritenute d’interesse scientifico per via delle loro caratteristiche geologiche. Al loro interno, però, pullulava anche la vita, nelle sue forme più varie: dai vegetali ai piccoli animali, passando chiaramente per ogni tipo d’insetto. Eppure, nessuna era fuori dal comune come i ragni presi in esame dai ricercatori.
Dall’anno dell’inizio delle indagini a oggi, infatti, gli scienziati hanno categorizzato ben sette nuove specie di aracnidi. Solo una, però, è davvero di grandissimo interesse, perché si è evoluta nel fondo delle grotte che, stando agli studi degli esperti, sarebbero state segregate dal mondo esterno per milioni di anni. Ciò ha portato, dunque, questa specie a muoversi in un contesto ecologicamente isolato, lontano dall’attività antropica.
Le caratteristiche della nuova specie di ragni
Dunque, già il contesto in cui questa nuova specie si è evoluta è a dir poco particolare, ma le sorprese non sono finite qui. Sì, perché la maggior parte dei ragni dei cunicoli si sono adattati a vivere all’aperto, mentre quelli appena scoperti sono stati “obbligati” a vivere nelle caverne e per questo…non hanno gli occhi. Non si tratta di ragni ciechi (già rinvenuti nelle grotte israeliane) ma di esemplari del tutto privi di bulbi oculari, che per altro si comportano in modo anomalo.
«Anche se può sembrare un cliché – ha detto la dottoressa Efrat Gavish-Regev, a capo del team di ricercatori che ha scoperto la nuova specie – in genere se un insetto/un animale perde la vista, sviluppa abilità speciali. Eppure, questi ragni non mostrano segni visibili di adattamento come zampe più lunghe o pelo, che indicherebbe un potenziamento sensoriale del tatto, dell’olfatto e del gusto. Cè sicuramente qualcosa che li rende speciali, dato che sono sopravvissuti per così tanto tempo. Ma ancora non sappiamo dire cos’è».
La nuova specie di ragni, l’evoluzione e la storia della Terra
Gli scienziati, dunque, si sono adesso posti l’obiettivo di capire cosa abbia potuto far sopravvivere per milioni di anni questi ragni e, soprattutto, come si siano evoluti in questo modo. Una delle ipotesi più accreditate è che questi ragni discendano, in effetti, dai comuni ragni dei cunicoli, ma se ciò è vero l’albero della vita degli aracnidi sarebbe da riscrivere, con un nuovo ramo che, a un certo punto, si è diversificato e allontanato dalla specie madre.
E non è tutto, perché l’albero della vita potrebbe essere alterato anche da un altro fattore che riguarda la storia del pianeta: «Non possiamo escludere – ha detto ancora la dottoressa Efrat Gavish-Regev – che questa specie sia un relitto climatico. Ciò significa che in realtà questi ragni potrebbero essere essi stessi una specie madre che milioni di anni fa, era molto diffusa. Una sorta di specie ancestrale, che non si è del tutto estinta per un motivo molto semplice: non ha “partecipato” alla storia della Terra e ai suoi cambiamenti climatici, al punto da lasciare sacche isolate di ragni protette».
Ciò suggerirebbe che alcune zone della Terra potrebbero essere ancora vergini, salve dal cambiamento climatico. Ma per esserne sicuri, ovviamente, serviranno ancora diversi anni di studi e approfondimenti.