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SCIENZA

Scoperta una nuova specie parassita, ma è una buona notizia

Un team di ricercatori ha rilevato la presenza di una nuova specie di vespa parassita, ma al contrario di quanto si possa pensare la sua presenza potrebbe risolvere dei problemi

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Ammettiamolo: leggere di una nuova specie parassita può incutere un po’ di timore, soprattutto considerando la fitta letteratura distopica e fantascientifica che ha reso queste creature il fulcro di diverse catastrofi terrestri. Eppure, non tutti i mali vengono per nuocere: la nuova vespa parassita scoperta in Minnesota ne è l’esempio lampante. E la sua comparsa ci spiega come sia la natura stessa, spesso e volentieri, a porre dei limiti ai disastri in corso.

Il problema delle coltivazioni di soia

Come sempre, per comprendere meglio la scoperta, è bene ampliare lo sguardo e posarlo sull’intero contesto. Era il lontano 2018 quando dei contadini che si occupavano di coltivare soia in Minnesota si sono accorti di avere un nemico naturale: una specie di moscerino divoratore da sempre dedito a consumare le piante da frutto. L’impietosa azione di questo insetto ha creato non pochi danni, con interi raccolti inficiati dalle sue piccole zanne.

Ciononostante, i contadini del Minnesota non hanno mai voluto utilizzare degli agenti chimici: si sono, invece, appellati ai ricercatori dell’University of Minnesota, che da diversi anni si sono cimentati nel monitoraggio del moscerino, cercando di controllare biologicamente l’insetto e sfruttando dei nemici naturali. Non potevano però immaginare che la natura stesse facendo il suo corso e che un nuovo nemico naturale sarebbe arrivato a cambiare le carte in tavola.

La vespa parassita e i moscerini

Durante le manovre di monitoraggio e controllo biologico i ricercatori dell’University of Minnesota hanno notato qualcosa di strano. In particolare ad accorgersi dell’anomalia è stata la dottoressa Gloria Melotto, che aveva da poco raccolto dei campioni di piante di soia infestate da moscerini all’interno di una fattoria. La dottoressa Melotto ha portato i campioni in laboratorio e, osservando le schiuse, ha fatto una strana scoperta sugli insetti: alcuni di loro si comportavano in modo strano, quasi autolesionista.

Così, la Melotto e gli altri membri del team hanno deciso di svolgere delle ulteriori analisi ed è proprio per mezzo di queste che si sono accorti che tra i moscerini si nascondevano delle minuscole vespe parassite. E non solo: hanno anche scoperto che si tratta di una specie nuovissima, mai vista prima, che pur replicando i comportamenti dei parassiti più noti non era mai stata individuata né vista in azione.

Un processo naturale

L’intero team di ricercatori ha tenuto sotto stretto controllo i campioni di insetti raccolti e hanno capito come agisce la nuova vespa parassita. L’insetto è di dimensioni molto simili a quelle dei moscerini, dunque si confonde facilmente con loro. Nei momenti di maggiore debolezza o confusione (quelli dei pasti, per esempio) la vespa riesce a fare in modo che il moscerino ingerisca le sue uova, che, invece di essere digerite, crescono indisturbate dentro l’ospite.

Il moscerino perde gradualmente il controllo finché la vespa che cresce al suo interno non prende il controllo iniziando a uscire: a quel punto, il moscerino sarà solo un bozzolo e il suo corpo verrà distrutto per far spazio al nuovo insetto. Per gli scienziati dell’University of Minnesota questo processo naturale è essenziale per limitare i danni dei moscerini della soia, ma sono ancora in corso degli studi per capire con quale frequenza le vespe mettono in azione questo comportamento.

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