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Stazione Spaziale Cinese: sarà la prima aperta al mondo intero

Una nuova "casa dell'umanità": la Stazione Spaziale Cinese sarà la prima aperta agli astronauti di tutto il mondo, si inizia entro la fine del 2022

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La Cina e l'ONU insieme per la cooperazione nello spazio Fonte foto: iStock - alejomiranda

Soltanto una settimana fa, nel pieno del deserto della Mongolia, è avvenuto il rientro sulla Terra della missione Shenzhou-13, la missione di più lunga durata sulla Stazione Spaziale Cinese, il “Palazzo Celeste” che orbita intorno alla Terra, in costruzione, da quasi un anno.

Appena dopo il rientro dei primi tre taikonauti di stanza sulla Tiangong-3, il ministero degli esteri cinese ha annunciato la partenza di una serie di collaborazioni internazionali che renderanno la Stazione Spaziale Cinese la prima aperta ai Paesi di tutto il mondo.

La prima Stazione Spaziale di tutto il mondo

“Ci sono buone speranze di avviare gli esperimenti già entro la fine dell’anno” ha fatto sapere il portavoce del ministero cinese Wang Wenbin durante una conferenza stampa tenutasi lunedì scorso.

“Gli astronauti stranieri sono i benvenuti sulla Tiangong per contribuire al progresso condiviso per il futuro dell’umanità” ha aggiunto Wenbin, lasciando intendere che la Stazione Spaziale Cinese è ormai pronta per una seconda fase, finalmente operativa.

Durante la missione Shenzhou-13, durata sei mesi, sono stati verificati gli attracchi, i sistemi di emergenza e la possibilità di Tiangong di ricevere le visite di capsule e altri moduli: altri sei lanci per completarne la costruzione in orbita, e il Palazzo Celeste sarà pronto.

Dopo la dismissione della ISS prevista per il 2024, Tiangong sarà con ogni probabilità – per almeno qualche tempo – l’unica stazione spaziale in orbita: sarà in funzione per 10 anni, e come ha ricordato Wenbin sarà una casa per tutta l’umanità. L’esplorazione dell’Universo è una causa comune dell’umanità, ha affermato il portavoce del governo cinese, “che non può essere raggiunta senza la cooperazione di tutti i Paesi del mondo”.

Perciò la Cina aderì, quasi in tempi non sospetti, ad un programma sottoscritto con l’ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico (UNOOSA), che prevede l’utilizzo della Stazione Spaziale Cinese come tassello fondamentale per la cooperazione internazionale.

All’interno del programma “United Nations/China Cooperation on the Utilization of the China Space Station” sono stati selezionati 9 progetti internazionali, che coinvolgono 23 istituzioni da 17 Paesi membri delle Nazioni Unite, con particolare attenzione ai Paesi in via di sviluppo: sulla Tiangong saranno ospitati astronauti provenienti da Paesi dell’area Pacifica, del Nord e Sud America, dall’Europa e dai Paesi africani.

Tiangong: perché i cinesi hanno una stazione spaziale

La Stazione Spaziale Cinese sarà la prima ad essere aperta agli astronauti di tutto il mondo. E non solo: il direttore del programma di volo spaziale umano cinese ha lasciato intendere in più di un’occasione che entro un decennio il Palazzo Celeste potrebbe essere pronto ad ospitare “astronauti senza addestramento specifico” – cioè turisti spaziali.

Gli fa eco la redente affermazione del direttore della Stazione Spaziale Cinese, Bai Linhou: Tiangong è progettata per essere inclusiva e in modo da poter ospitare astronauti da tutto il mondo. Quando sarà pienamente operativa, spiega Bai, chi lo vorrà potrà attraccare sulla CSS a bordo di capsule fornite dal governo cinese oppure con le proprie navicelle.

L’apertura della Cina non dovrebbe stupire molto: sin dal principio della sua esperienza nello spazio la CNSA ha firmato accordi e collaborazioni con Francia, Germania, Italia, Russia, Pakistan e agenzie internazionali come ONU ed ESA, e ha sottoscritto immediatamente i principi sull’uso pacifico e di mutuo beneficio di sviluppo comune nello spazio.

Allora perché i cinesi non collaborano con la ISS? La risposta viene dal Congresso degli Stati Uniti: nel 2011 il deputato della Virgina Frank Wolf presentò un emendamento, poi noto come Emendamento Wolf, che proibisce alla NASA di usare fondi governativi per cooperare, ad ogni livello, con il governo cinese. La Cina, quindi, non può partecipare alle missioni in cui è presente la NASA.

Così fu avviato nel lontano 1992 il programma Tiangong, e dopo trent’anni la Cina è riuscita a piazzare in orbita la quarta stazione permanente della storia dell’esplorazione spaziale. Prima dei cinesi arrivarono sull’orbita bassa della Terra gli americani, con lo Skylab, negli anni 70. Nel 1986 fu il turno della lunga esperienza sovietica (e poi russa) della Mir – la stazione modulare che portava nello spazio in una parola sola il “mondo” e la “pace”.

Per arrivare a quello che sino a oggi è stato il baluardo della cooperazione internazionale nello spazio: la Stazione Spaziale Internazionale, nata dalla collaborazione delle agenzie spaziali di USA, Russia, Europa, Canada e Giappone. Se è davvero il progresso a guidare l’esplorazione dello spazio, la Stazione Spaziale Cinese aprirà un nuovo capitolo nella storia degli umani in orbita.

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