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SCIENZA

Sta succedendo qualcosa nei dintorni del Taj Mahal, ed è molto inquietante

Il Taj Mahal è scomparso dietro una coltre di smog fittissima: ecco cosa sta accadendo in India, nella città di Agra

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Non è probabilmente il periodo migliore per decidere di visitare il Taj Mahal e, a dirla tutta, un’intera fetta dell’India. Molti turisti si sono detti enormemente delusi dall’impatto visivo del celeberrimo monumento, che è totalmente avvolto da una coltre di smog fittissima.

Una situazione talmente grave che, a dire la verità, l’impossibilità di fotografare questa storica bellezza dovrebbe passare in secondo piano. È allarme soprattutto nell’India settentrionale. Svariate sono le cause e di seguito riportiamo un’analisi dettagliata.

È “sparito” il Taj Mahal

La città di Agra è immersa nello smog, per la profonda delusione dei turisti, ma anche per il loro malessere, così come quello dei locali. Lunedì è giunto un forte segnale da parte di Bhanu Chandra Goswami, magistrato distrettuale, che ha imposto misure necessarie al controllo del crescente inquinamento atmosferico in città. Assurdo pensare che la situazione sia talmente sfuggita di mano che il Taj Mahal non possa essere ammirato, tale è la nebbia intorno. È stato chiesto alle autorità competenti di spruzzare acqua nei cantieri.

Tutto ciò ha un impatto devastante per il turismo, come riportano alcune guide. Occorre di fatto studiare con grande attenzione il giusto orario per riuscire ad ammirare il grande patrimonio locale. Il mattino non offre più garanzie di foto decenti, garantendo anzi una profonda delusione. In merito si è espresso anche Rajeev Saxena, presidente della Tourism Guild di Agra. Ha spiegato come ci sia una grande preoccupazione in merito.

La situazione sta già provocando conseguenze pratiche molto serie, con numerose cancellazioni. Le foto e i video deludenti che circolano in rete, infatti, rappresentano una pessima pubblicità per la storica città. Nel corso degli ultimi tre anni la situazione è drasticamente peggiorata, data l’apertura di numerosi cantieri nei pressi del Taj Mahal. Per quanto sembri incredibile, considerando la grande attenzione che vige in altre parti del mondo, le proteste e le discussioni parlamentari, in India il livello d’attenzione e controllo è così riassunto: “Si stanno prendendo misure per il controllo dell’inquinamento atmosferico. È stato chiesto alle agenzie governative di spruzzare acqua nei cantieri e vietare di bruciare i rifiuti in città”. Queste le parole di Vishwanath Sharma, funzionario regionale dell’Uttar Pradesh Pollution Control Board di Agra.

Una situazione fuori controllo

Ridurre questa situazione all’impossibilità di visitare in maniera adeguata e favorevole il Taj Mahal è però assurdo. L’emergenza è in atto e non sembrano esserci i necessari mezzi e aiuti per contrastarla. Con una certa ciclicità si torna ad affrontare il tema da un punto di vista superficiale, ovvero sotto l’aspetto dell’impatto turistico. L’ultimo allarme era già stato lanciato nel 2021, ad esempio. Al tempo si parò di conseguenze dovute al festival Diwali, che si celebra tra ottobre e novembre.

Nei giorni immediatamente successivi la qualità dell’aria raggiunge livelli altamente critici, generando nubi perenni di smog. A nulla paiono servire i divieti per petardi e fuochi d’artificio. Anche due anni fa, come oggi, la soluzione immediata fu l’acqua spruzzata per le strade, evidenziando l’assenza di un sistema ferreo e ben organizzato.

Oggi le condizioni sono peggiorate, considerando l’impatto dell’emergenza climatica (di certo non scoppiata ieri ma ormai in una fase devastante). Tra le cause della permanenza della coltre, infatti, c’è anche lo stravolgimento delle temperature, di colpo calate al netto di uno stop dei venti. Purtroppo, tornando al presente, le autorità non prevedono alcun miglioramento nel corso delle prossime settimane. I turisti sono avvisati.

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