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SCIENZA

I ricercatori hanno studiato la talpa marsupiale e nuovi segreti sono emersi su questo animale raro

C'è un animale che "nuota" nei remoti deserti australiani ed è una vera rarità: grazie a un nuovo studio sappiamo di più sulla talpa marsupiale.

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In Australia vive una creatura tra le più bizzarre e rare dell’intero Pianeta. Avvistarne una è un evento unico, figuriamoci riuscire a fotografarla o studiarla. Eppure un team di esperti è riuscito nell’impresa, come riporta uno studio di recente pubblicazione: un team di ricercatori ha esaminato il DNA della talpa marsupiale australiana, riuscendo a scoprire qualcosa in più sulla sua storia evolutiva.

Il nuovo studio sulla talpa marsupiale in Australia

Sul DNA della talpa marsupiale australiana – chiamata itjaritjari dagli indigeni Aṉangue – e sui suoi segreti evolutivi “non si sa quasi nulla”, come hanno affermato i ricercatori dell’Università di Melbourne, autori dello studio pubblicato su Science Advances dal titolo Unearthing the secrets of Australia’s most enigmatic and cryptic mammal, the marsupial mole. Pertanto hanno deciso di estrarre un campione dai tessuti di un esemplare conservati al South Australian Museum, sequenziandone e analizzandone il genoma e scoprendo per la prima volta alcuni dettagli inediti.

Parliamo di un animale difficilissimo da individuare, che “nuota” tra le sabbie dei remoti deserti australiani grazie alle sue zampe anteriori simili a piccole pinne, capace di mimetizzarsi grazie alla sua folta pelliccia dorata e che ha subito un brusco calo demografico circa 70mila anni fa. Cosa che gli esperti ritengono sia stata dovuta con molta probabilità agli effetti del cambiamento climatico.

“È in pericolo, quindi non è permesso andarla a cercare. È estremamente rara – ha affermato Nathan Clark, biologo dell’Università di Pittsburgh -. Si trova in Australia, nel deserto. Come fai a trovarla? Non ha tunnel permanenti”. Clark da tempo studia questo animale, l’unica talpa marsupiale che esista (ha una tasca come i canguri, ma capovolta, forse per evitare che vi entri la sabbia): somiglia alla talpa europea e africana ma con loro ha nulla in comune.

Confrontando esemplari di specie diverse provenienti da tutto il mondo, ha cercato di capire come questi mammiferi si siano adattati a vivere sottoterra, vivendo nella perenne oscurità e respirando in condizioni di scarso ossigeno, ma soprattutto come tutto ciò sia avvenuto in Australia, dove le talpe marsupiali sono rimaste isolate per milioni di anni.

I risultati dell’analisi del DNA

Il dottor Clark e altri colleghi hanno collaborato con un team di biologi in Australia per analizzare il DNA dell’esemplare di cui sopra (una femmina di Notoryctes typhlops). Stando ai risultati ottenuti, i parenti viventi più prossimi di questa talpa sono due piccoli marsupiali notturni, il bandicoot (Peramelidi) e il bilby (Macrotis, Thylacomyidae).

Un altro importante risultato, come accennato in precedenza, suggerisce che la popolazione di talpe marsupiali australiane sia stata stabile a lungo, per poi subire un brusco calo circa 70mila anni fa in un periodo caratterizzato dall’abbassamento delle temperature e del livello del mare, non dall’arrivo degli esseri umani (comparsi circa 10-20mila anni dopo questo crollo demografico).

C’è anche un terzo risultato significativo della ricerca: il team si è concentrato sulla perdita della vista dell’animale. Sempre confrontando la specie in questione con alcune talpe provenienti da altre parti del mondo, hanno cercato di stabilire quando i geni correlati alla vista abbiano iniziato a degradarsi. Inizialmente e per un lungo periodo, la talpa marsupiale australiana è stata in grado di vedere alla luce e al buio, senza però mettere bene a fuoco. Dopodiché ha perso i geni utili alla percezione della luce intensa e dei colori, riuscendo a vedere solo in penombra e parzialmente al buio. Infine è rimasta completamente cieca.

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