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SCIENZA

Cosa sappiamo della tempesta solare potentissima registrata dagli scienziati

È avvenuta una delle più potenti espulsioni di massa coronale mai registrate e la sonda Parker l'ha attraversata, scattando le prime immagini di una tempesta solare vista dall'interno

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È altamente improbabile, se non impossibile, che l’uomo possa avvicinarsi al Sole. A meno che non venga inventato qualche strumento fantascientifico che ci renda immuni alla luce, alle temperature e alle sue radiazioni, è più plausibile che dovremmo accontentarci sempre di vederlo da lontano. Questo non significa, però, che non possiamo saperne di più, magari esplorando alcune delle sue più potenti dimostrazioni d’energia.

Sì, stiamo parlando delle tempeste solari, avvenimenti incredibili che attirano sempre l’attenzione degli scienziati. Oggi, in merito a questi fenomeni, possiamo dire di aver fatto un’enorme passo avanti: la sonda solare Parker della NASA, infatti, è riuscita ad attraversarne una e a restituire a noi, qui sulla Terra, una serie di frame unici nel loro genere.

L’attraversamento della tempesta solare

Correva il 5 settembre 2022 quando la sonda solare Parker è stata diretta verso una delle più potenti espulsioni di massa coronale mai avvenute. Il velivolo, lanciato nel 2018 con la missione di effettuare osservazioni della corona esterna del Sole, era già riuscito nell’impresa di eseguire il passaggio più vicino alla nostra Stella Madre di qualsiasi altro strumento lanciato in orbita, ma questa manovra era una vera e propria novità.

Gli scienziati erano in fibrillazione ed erano ben consapevoli degli eventuali rischi: guasti, mancanza di comunicazione, spegnimento, deviazioni, ogni possibilità era stata calcolata. Invece, la sonda è riuscita a librarsi con grazia (si legge proprio così nel resoconto della missione) attraverso la tempesta solare.

Così facendo non solo ha dimostrato di essere uno strumento ingegneristico all’avanguardia, ma ha anche dato un preziosissimo contributo alla scienza. Sì, perché il viaggio di Parker attraverso la tempesta solare sta aiutando la comunità scientifica a dimostrare una teoria vecchia di oltre 20 anni.

Polveri interplanetarie e supposizioni

Secondo questa teoria, la polvere interplanetaria legata alle tempeste solari avrebbe un effetto sul clima spaziale. Uno studio del 2003, per la precisione, ipotizzava che le eruzioni solari spingessero la polvere interplanetaria verso l’esterno, cambiando sensibilmente il “meteo” del cosmo.

Con il passare del tempo, questa teoria ha preso sempre più corpo ed è risultato evidente che le polveri spaziali e le eruzioni solari avessero in effetti delle conseguenze anche su ciò che non si trova necessariamente nelle immediate vicinanze del sole. Tuttavia, il viaggio della sonda Parker ha fornito dati validi e affidabili (tutti riportati in uno studio pubblicato sul The Astrophysical Journal), nonché prove visive dell’intero fenomeno, che cambieranno il modo di studiare gli eventi scatenati dal Sole.

Cosa abbiamo visto?

Ma cosa abbiamo visto, nello specifico? La sonda Parker ha, in sostanza, visto i venti solari spingere via la polvere interplanetaria formata da minuscole particelle provenienti da asteroidi, comete e persino pianeti. La tempesta che ha attraversato ha “lanciato” via questa polvere, facendole fare un viaggio di circa 6 milioni di miglia.

Grazie al volo di Parker, in sostanza, gli scienziati sono stati in grado di caratterizzare la dinamica delle polveri in seguito alle tempeste solari, cosa che risulta difficile e molto impegnativa se fatta a distanza. Secondo i ricercatori, le osservazioni di Parker potrebbero anche fornire informazioni sui fenomeni correlati che avvengono più in basso sul Sole, come le macchie solari. Per saperne di più, però, dovremo aspettare ulteriori studi.

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