Ci siamo avvicinati al Sole più che mai e abbiamo scoperto qualcosa di nuovo
Ebbene sì: un veicolo spaziale della NASA è riuscito nell'impresa di volare molto più vicino al Sole di quanto si sia mai fatto prima d'ora. E ha scoperto qualcosa di molto importante
Non serve che un corpo celeste sia lontano e oscuro per destare le curiosità dell’uomo e degli scienziati: il nostro Sole, per esempio, è uno degli astri che più viene attenzionato, studiato e analizzato, nel limite naturalmente delle risorse a nostra disposizione. Ogni scoperta sulla nostra Stella Madre suscita stupore, ogni piccolo passo nella sua direzione è una vittoria: per questo sapere che ci siamo avvicinati più che mai è già una notizia straordinaria.
Sì, perché ora abbiamo la certezza che la sonda spaziale Parker Solar Probe della NASA si è ritrovata così vicina da avere una posizione privilegiata, che le ha peraltro permesso di scoprire alcune cose davvero interessanti sul comportamento della nana gialla intorno alla quale orbitiamo.
La sonda spaziale e l’avvicinamento
Come sempre, per capire bene l’importanza di ciò che è accaduto bisogna guardare a ciò che ha portato a questo momento, a questo avvicinamento straordinario. Dunque, la sonda spaziale della NASA è stata lanciata nel 2018 con un obiettivo importante: quello di effettuare osservazioni ravvicinate sulla corona esterna del Sole. Non era (e non è) una missione semplice, considerando l’ambiente a dir poco ostile che circonda l’astro.
Il viaggio della Parker Solar Probe durerà almeno fino al 2025 e, in particolare, vuole fare luce sulle esplosioni solari e sulle fluttuazioni dei suoi intensi campi magnetici. Ciò che gli scienziati della NASA non immaginavano è che già nel 2021 il velivolo spaziale avesse raggiunto una vicinanza di 8,5 milioni di chilometri dal Sole, un’impresa in anticipo sui tempi che le ha permesso di rilevare dei dati di incredibile importanza.
Le rilevazioni e i venti solari
Di quali dati stiamo parlando? Fondamentalmente, la sonda è riuscita a raccogliere delle informazioni su come vengono generate le raffiche di vento solare più impetuose. La nascita di questi venti è a lungo rimasta misteriosa, perché per riuscire ad avere un’idea del loro punto d’inizio occorrerebbe camminare sulla superficie solare, cosa che (almeno per il momento) è impossibile anche per gli strumenti più all’avanguardia.
Tuttavia, volando così vicina al Sole, la Parker Solar Probe ha catturato alcune immagini che mostrano come le cariche magnetiche e le particelle espulse filtrano fuori dai fori coronali. In sostanza, il velivolo ha immortalato le aree dove la corona solare è transitoriamente più scura e fredda perché lascia passare i venti magnetici e non solo: è anche riuscita a decifrare la struttura dei venti in questione.
«Grazie alle letture della sonda – ha detto il professor Stuart Bale, a capo del team che sta seguendo la missione – ora siamo in grado di dire che probabilmente questi venti partono da una sorta di riconnessione magnetica. In sostanza, nel venir fuori dai fori solari, le particelle cariche, dopo essere state a lungo separate nel loro viaggio sulla corona, si ricongiungono e diventano più potenti che mai». La scoperta del team di Bale (composto da scienziati dell’Università della California, di Berkeley e del College Park) sta mettendo tutti sull’attenti, perché le tempeste solari interessano direttamente anche la Terra.
La Terra e le tempeste solari
Quando il Sole espelle le sue potenti cariche elettromagnetiche per mezzo dei venti solari, infatti, molte particelle cariche si “scontrano” anche con il nostro pianeta (o meglio, con la sua atmosfera). È il motivo, per esempio, per cui vediamo le aurore boreali: quando le particelle dei venti impattano con la nostra ionosfera, gli atomi di questa parte d’atmosfera si eccitano, si muovono e poi, nel tornare al posto, creano l’effetto luminoso che possiamo ammirare in cielo.
Più le tempeste solari sono forti, più possono influenzare diversi aspetti della vita sulla Terra: possono creare delle vere e proprie interferenze, che generano a loro volta problemi nelle comunicazioni o strani fenomeni da tenere sotto controllo. Sapere come nascono i venti solari, dunque, è di vitale importanza. E, per fortuna, Parker Solar Probe è ancora solo all’inizio delle sue rivelazioni.