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SCIENZA

Trovato il fossile più antico di uno dei predatori più temuti

In Germania gli archeologi hanno individuato quello che viene considerato il fossile più antico in assoluto per quel che riguarda un pitone

Secondo “Il libro della giungla” non esistono pitoni buoni o cattivi, ma pitoni con la pancia piena o con la pancia vuota. E che dire del pitone rinvenuto in Germania negli ultimi giorni, forse uno dei più incredibili di sempre? Si sta parlando del fossile rinvenuto nei pressi di un lago e che è stato subito identificato come il più antico che sia mai stato scoperto.

Di solito questi serpenti fanno parlare di loro per le dimensioni eccezionali, nel caso del fossile invece a stupire è la datazione. L’animale sarebbe vissuto in un luogo del pianeta che oggi corrisponde alla nazione teutonica quasi 50 milioni di anni fa. Gli esperti non stanno nella pelle (è proprio il caso di dirlo!), visto che ora l’origine della specie potrà diventare più chiara.

Si è sempre detto che il pitone avesse come habitat primordiale l’emisfero settentrionale, ma questo fossile tedesco rimette tutto in discussione. Il rettile può benissimo aver cominciato la propria evoluzione nel continente europeo. Tra l’altro, è la prima volta che ci si imbatte in resti così antichi per quel che riguarda i pitoni, di conseguenza la provenienza precisa non era ancora possibile da accertare. A fornire dettagli preziosi su questa novità archeologica di grande rilievo è stato il Senckenberg Research Institute di Francoforte sul Meno.

La denominazione dell’antico pitone

Che pitone avremmo potuto ammirare se fossimo stati sul nostro pianeta così tanti anni fa? L’esemplare in questione poteva raggiungere la lunghezza di un metro, una misura che è stata resa ufficiale grazie all’individuazione di 275 vertebre del serpente. La specie tedesca, inoltre, è stata chiamata per l’occasione Messelopython freyi. Rettili di questo tipo sanno sempre sorprendere quando si effettuano alcune ricerche in natura, nel caso dell’antico pitone, ora si può affermare che vivesse non lontano dai boa constrictors, tra gli esemplari più temuti in assoluto. Non è certo un dettaglio di poco conto.

Un pitone che riscrive la storia

In effetti, i boa sono tipici del continente americano, ma anche di parte dell’Africa (Madagascar) e la zona settentrionale dell’Oceania. Al contrario, i pitoni sono frequenti in gran parte dell’Africa, Australia e Sud-Est asiatico. Gli alberi genealogici dei serpenti devono dunque necessariamente essere revisionati quanto prima. I risultati della scoperta sono stati raccolti in una pubblicazione scientifica che è poi stata inserita nella rivista specializzata “Biology Letters”. Gli archeologi e gli appassionati del mondo dei rettili sono comprensibilmente in fermento, ma a questo punto sorge spontanea una domanda: come è stato possibile calcolare l’epoca esatta dell’antichissimo pitone?

La risposta non è poi così complicata. Gli autori della scoperta hanno messo a confronto le varie caratteristiche dei fossili con la roccia vulcanica di un periodo storico noto. Ecco perché si è arrivati alla conclusione che il pitone abbia abitato il nostro pianeta almeno 47 milioni di anni fa. Questo vuol dire che l’animale ha “conosciuto” l’era geologica nota come Eocene. Si tratta degli anni in cui sulla Terra si formarono importanti catene montuose come le Alpi o l’Himalaya. Per quel che riguarda il clima, poi, il rettile beneficiò di temperature molto più calde rispetto ai periodi precedenti, senza dimenticare le piogge, abbondanti ed estese.