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Unione Europea contro Facebook, Google e Twitter: policy poco chiare

I termini di servizio non sarebbero in linea con le leggi che proteggono i diritti dei consumatori europei. L'Autorità garante pronta a multare le tre aziende

Unione Europea contro Facebook, Google e Twitter: policy poco chiare Fonte foto: 10 FACE / Shutterstock.com

Si aggiunge un altro capitolo al lungo scontro tra Unione Europea e i colossi dell’hi-tech americano. Dopo essere intervenuta a più riprese nel corso degli anni per proteggere soprattutto la privacy degli utenti europei, l’istituzione comunitaria punta il dito ancora una volta contro i termini di servizio, definiti poco chiari.

A finire sotto accusa, secondo quanto riportano alcune fonti, sarebbero state le tre principali aziende dei social media statunitensi: Facebook, Twitter e Alphabet (Google). Stando a queste indiscrezioni, l’Autorità che protegge i diritti dei consumatori europei sarebbe pronta a infliggere multe pesantissime qualora le società americane non provvedessero a rivedere entro un mese le loro policy. La disputa sarebbe iniziata a dicembre scorso quanto l’organo di Bruxelles, attraverso l’invio di alcune lettere, avrebbe avvistato le tre società che i loro termini di servizio erano in contrasto con le leggi europee che proteggono i diritti dei consumatori.

Le ragioni

Sempre facendo riferimento a queste informazioni, le ragioni che hanno spinto l’Unione Europea a scendere in campo ancora una volta sono diverse. Si va dal trattamento dei dati personali degli utenti, alla rimozione dei contenuti illegali, passando anche per i contenuti sponsorizzati, quest’ultimi poco chiari per quanto riguarda la loro identificazione e la possibilità per l’utente di cancellare un eventuale contratto.

L’Autorità comunitaria prende di mira i termini di servizio anche in relazione alla parte in cui vengono definite le modalità attraverso cui i consumatori possono chiedere un risarcimento alle aziende. Secondo l’organo europeo, gli utenti devono avere il diritto di aprire il procedimento nel loro paese di residenza e non in California, dove le tre società hanno la loro sede legale.