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Che cos'è la tecnologia UWB di cui tutti parlano

L'Ultra Wide Band è stato portato alla ribalta dagli AirTag di Apple: vediamo cos'è e quali sono le principali applicazioni.

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uwb ultrawide band Fonte foto: Shutterstock

Grandi quantità di dati su distanze brevi: è il vantaggio più importante dell’Ultra Wide Band o UWB rispetto alle tecnologie di trasmissione di generazione precedente come ad esempio il celebre Bluetooth, qualità che fa di UWB una caratteristica su cui i produttori stanno già scommettendo parecchio per i prossimi anni di sviluppo.

A puntare i riflettori sulla tecnologia UWB è stato, come avviene spesso, un prodotto di Apple. Il recente tracker per oggetti AirTag ha portato sulla bocca di tanti l’Ultra Wide Band, che è sì una tecnologia recente ma non recentissima. Gli AirTag di Apple puntano su Bluetooth e UWB per assistere l’utente durante la ricerca di un oggetto smarrito, con il primo che fa dialogare AirTag con i prodotti un po’ più datati, ed il secondo che viene utilizzato con gli iPhone 11 e successivi per rendere più precisa e dunque veloce la ricerca di un oggetto smarrito tramite la tecnologia Ultra Wide Band. Ma cos’è UWB e perché tutti ne parlano?

Cos’è l’Ultra Wide Band

L’Ultra Wide Band, anche conosciuto con l’acronimo UWB, è una tecnologia per la trasmissione wireless di dati e informazioni, quindi via etere. Sfrutta un’ampia banda di frequenze, regolamentate e non, per trasmettere pacchetti di dati a corto raggio: la distanza massima di trasmissione è di circa 70 metri, con il vantaggio non trascurabile che viene impiegata una bassissima quantità di energia elettrica (neppure un milliwatt).

UWB soffre molto meno del Bluetooth la presenza di pareti oppure ostacoli lungo la “traversata” del segnale, caratteristica che lo rende particolarmente adatto ed essere usato all’interno di luoghi chiusi come abitazioni, uffici o dispersivi come i centri commerciali. Citato il Bluetooth vale la pena di sottolineare le differenze tra il “vecchio” – il Bluetooth – ed il nuovo – UWB: il primo ha una portata massima di circa 10 metri, il secondo, come detto, si spinge fino ai 70 metri; in più, UWB può contare su una larghezza di banda di molto superiore, e questo in parole povere si traduce nel fatto che rispetto al Bluetooth può trasportare grandissime quantità di informazioni nello stesso tempo.

Pensate che le ultime evoluzioni di Ultra Wide Band consentono di toccare velocità di trasmissione vicine al Gigabit, per intenderci pressappoco quanto un’ottima connessione in fibra ottica di casa. Ma la caratteristica che forse più di ogni altra lo rende adatto nella localizzazione degli oggetti è una misurazione precisa del cosiddetto tempo di transito delle informazioni, ossia la capacità di sapere qual è la distanza tra i due oggetti in comunicazione con uno scarto misurabile in centimetri se non, addirittura, in millimetri.

Infine, altro vantaggio, la ridotta quantità di energia impiegata per trasferire i dati. Come detto siamo ben al di sotto del milliwatt, il che peraltro conferisce ad UWB una sicurezza intrinseca: il segnale, essendo a bassissima potenza, si confonde facilmente con le numerose emissioni elettromagnetiche che viaggiano nell’aria risultando così quasi impossibile da intercettare per un malintenzionato.

Da chi viene utilizzato UWB

Che UWB sia una tecnologia molto versatile è sotto gli occhi di tutti. Le possibilità d’impiego sono dunque notevoli ed il futuro è senza dubbio dell’Ultra Wide Band, che presto potrebbe relegare il Bluetooth ad un ruolo marginale. Potrebbe rimpiazzarlo a breve ad esempio nell’informatica, per via degli evidenti vantaggi in termini di portata, in distanza e di dati, di consumi irrisori e di scarsa sensibilità alle interferenze.

In queste fasi iniziali della sua diffusione tuttavia UWB viene utilizzato prevalentemente nel tracciamento a corto raggio degli oggetti. Come detto in apertura lo utilizza Apple per mettere in comunicazione iPhone ed AirTag, mentre la concorrenza si prepara ad utilizzare UWB in modo massiccio e per gli impieghi più disparati. Insomma, siamo solo agli inizi di un’avventura che si prefigura lunga e ricca di applicazioni.

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