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Secondo una nuova teoria, la vita su Marte è possibile

Secondo un nuovo studio, non è da escludere la presenza di microbi alimentati dalla radioattività. Secondo un nuova teoria, la vita su Marte è possibile.

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Secondo un nuova teoria, la vita su Marte è possibile Fonte foto: ISTOCK

La nostra conoscenza di Marte fa ogni mese importanti passi in avanti. Il Pianeta Rosso affascina gli scienziati che, anche grazie alle informazioni spedite sulla Terra dal rover marziano della NASA Perseverance, sono riusciti a “guardare” nel nucleo, ipotizzando così cosa c’è nel cuore di Marte.

Non solo, il quarto pianeta del Sistema Solare canalizza anche l’interesse della Cina – che è lì fuori anch’essa con il suo rover, eccolo in un tenero selfie – e di uno tra gli uomini più ricchi del mondo, quell’Elon Musk che ormai si dedica, un po’ come altri due multimiliardari, al superamento delle frontiere galattiche.

Dato che non passa settimana senza che Marte ci regali qualche sorpresa, ecco l’ultima in ordine di tempo.

Perché ora gli scienziati immaginano che la vita su Marte sia possibile

La teoria è stata messa a punto da un team internazionale di ricercatori guidati dalla NASA, secondo i quali la vita su Marte sarebbe possibile. In particolare, si tratterebbe di un ecosistema di organismi microbici la cui sopravvivenza avviene grazie alla radioattività presente sotto la superficie del Pianeta Rosso.

Sulla Terra, la simbiosi tra microrganismi e radioattività esiste, quindi i ricercatori si sono chiesti se lo stesso non potesse succedere anche su Marte. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica “Astrobiology”.

Un elemento darebbe forza alle ipotesi degli studiosi: ecco quale

“L’ambiente con le migliori possibilità di abitabilità su Marte è il sottosuolo”, ha detto l’autore principale dello studio Jesse Tarnas, scienziato planetario del Jet Propulsion Laboratory della NASA.

È bene sottolineare il fatto che, quello citato, è uno studio ampiamente speculativo, perché, ad oggi, non non stati rinvenuti microbi alieni alimentati dalla radioattività nel sottosuolo di Marte. Anche se non li trovassimo adesso, però, non è escluso che ci siano stati a un certo punto nel tempo.

C’è poi il rebus dell’acqua, che consiste più o meno in questa cosa qui: se c’è, sotto terra, sul Pianeta Rosso, dell’acqua, allora, magari nelle crepe o nei pori, il processo di radiolisi potrebbe teoricamente supportare i microbi alieni. Di colpo lo studio appena citato diventerebbe più plausibile: perché dove ci sono acque sotterranee, potrebbe anche esserci vita.

Giuseppe Giordano