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Trovato Voyager 2? Un segnale simile a un "battito cardiaco" è arrivato dal cielo

Gli sforzi per ristabilire il contatto con la sonda Voyager 2 della Nasa sembrano essere stati ricompensati: è arrivato un segnale dal Cosmo

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Ascoltato il battito di Voyager: contatti in arrivo? Fonte foto: NASA/JPL-Caltech

Perduta e poi (forse) ritrovata. Non troppo tempo fa, la NASA aveva annunciato di aver perso i contatti con la sonda Voyager 2 per via di un comando errato. La sonda, diretta fuori dal sistema solare, sembrava destinata a perdersi perché, a causa di un problema tecnico, aveva ricevuto l’imput di puntare fuori asse di 2 gradi rispetto alla sua linea di movimento. E sì, anche se 2 gradi possono sembrare pochi, poteva essere un errore drammatico, perché attualmente la sonda di trova a oltre 19,9 miliardi di chilometri dalla Terra.

I tentativi di ripristino sono partiti immediatamente, con una serie di operazioni intensive che non hanno praticamente lasciato riposare astronomi, astrofisici e tecnici. Adesso, gli sforzi incredibili svolti dagli scienziati per rimediare all’errore potrebbero essere premiati, perché a quanto pare è stato rilevato il “battito cardiaco” della sonda, seppur molto lontano e attutito.

Voyager 2 e il suo viaggio nello spazio

Ma facciamo un piccolo passo indietro e ripercorriamo, seppur sinteticamente, il  cammino di Voyager 2 fino al momento dell”incidente”.  Voyager 2 fa parte di una coppia di veicoli spaziali lanciati nel 1977.  Lo scopo del loro viaggio era quello di catturare immagini di Giove e Saturno, ma dopo aver portato a termine l’obiettivo i due velivoli hanno continuato il loro viaggio, diventando ufficialmente gli oggetti creati dall’uomo più lontani dalla Terra.

Lanciate a distanza di un paio di settima l’una dall’altra, le due sonde hanno seguito strade (e distanze) leggermente diverse: Voyager 1 è ancora in contatto con la Terra e si trova a circa 15 miliardi di miglia di distanza, mentre Voyager 2 si è avventurata nello spazio interstellare nel 2018 dopo aver scoperto una nuova luna attorno a Giove, 10 lune attorno a Urano e cinque attorno a Nettuno. Attualmente, Voyager 2 è l’unico veicolo spaziale che è riuscito a studiare a distanza ravvicinata tutti e quattro i pianeti giganti del sistema solare.

Problemi tecnici e rimedi d’emergenza

Naturalmente, il viaggio di Voyager 1 e 2 non è stato privo di problemi tecnici. Quello annunciato dalla NASA poco tempo fa è solo l’ultimo: prima, per esempio, Voyager 1 era passata erroneamente a un ricevitore radio di riserva e questo passaggio ha bruciato il ricevitore principale. Voyager 2, invece, dopo aver sorvolato Saturno, si è bloccata per un po’ e in seguito ha subito un problema tecnico che ha bloccato la ricezione dei dati.

In tutti i casi sono state attivate manovre e sono stati messi in atto rimedi d’emergenza, che fino ad adesso hanno funzionato. Non è però ancora possibile dire se, a dispetto della presenza del “battito cardiaco”, dopo l’ultima disavventura sarà possibile essere davvero nuovamente in contatto con Voyager 2. Infatti, la sonda non risponde ancora ai comandi e i controllori di missione non possono fare altro che ascoltarla, almeno per adesso.

Sicuramente il fatto che si senta è una buona notizia, perché significa che la sonda funziona ancora. Sono tuttavia in corso altri tentativi e l’ultimo, il più “estremo”, si verificherà nei prossimi giorni: verrà infatti usata la parabola di Canberra, parte della rete dello spazio profondo della Nasa, per trasmettere un comando corretto in direzione di Voyager 2 nella speranza di raggiungere l’antenna della sonda e ripristinare il suo status di funzionamento.

Lo sforzo degli scienziati nell’attività delle sonde spaziali

Vale la pena concludere facendo una piccola riflessione sulle sonde spaziali. Dal basso della Terra tutto può sembrare semplice: lanciarle, seguirle, monitorarle. In realtà, l’intero processo richiede talmente tanti sforzi da essere praticamente diventato tanto una scienza quanto un’arte. Esistono ingegneri e scienziati specializzati soltanto in questo, che per altro acquisiscono maggior consapevolezza con l’esperienza, perché ogni sonda è un mondo a sé.

Ciò significa che per gli scienziati anziani è complicato tramandare subito tutte le conoscenze necessarie e addirittura in alcuni casi (proprio come nel caso di Voyager) le manovre possono essere difficili e snervanti. Basta immaginare che il veicolo conta solo su 4 KB di archiviazione a bordo e che ha una potenza di calcolo migliaia di volte più lenta di un moderno smartphone. Per questa ragione niente è semplice e ogni piccola conquista è da considerarsi un enorme passo avanti!