Libero

Who's in town: l'app che traccia gli spostamenti su Instagram

Questa app sfrutta i dati della geolocalizzazione dei post per ricostruire gli spostamenti su Instagram. Eventuali stalker potrebbero approfittarne per spiare

Icona di Instagram Fonte foto: MichaelJayBerlin / Shutterstock.com

Una nuova app per Instagram sta sollevando parecchie polemiche per questioni, guarda caso, di privacy: si chiama Who’s in town ed è disponibile sia per Android che per iOS. Ha una funzione sola, ma molto chiara: mostrarti sulla mappa dove si trovano le persone che segui su Instagram.

O, meglio, da quali luoghi hanno postato e stanno postando: “I tuoi amici condividono le loro posizioni su Instagram in continuazione… La nostra app le conserva per te, e le mostra in una comoda mappa; così non dovrai più chiedere dove si trovano“. Sono le parole che possiamo leggere non appena apriamo la home page del sito Web di Who’s in town. Addentrandoci nella app, il cui sviluppatore è già noto per aver creato altre applicazioni che mettevano a rischio la privacy, scopriamo che per rendere il tracciamento degli instagramer più comodo sono disponibili due modalità di visualizzazione.

Come funziona Who’s in town

Le due modalità di funzionamento di Who’s in town sono quella generale e quella “single user“. Con la prima vedremo una mappa affollatissima, piena di pin che rappresentano tutte le condivisioni di tutti i profili che seguiamo. Non è molto comoda da usare, se abbiamo dato il follow a molta gente. La seconda modalità, invece, è un vero e proprio tracking del singolo profilo e mostra nella mappa i geotag delle condivisioni di un solo profilo. In entrambi i casi vengono mostrati sia i tag dei post che quelli delle storie, ma quelli delle storie spariscono dopo 24 ore con le storie stesse.

Who’s in town e privacy: è pericoloso?

La geolocalizzazione di un post o di una storia su Instagram è una scelta personale dell’instagramer. Quindi molti potrebbero pensare che non c’è alcun rischio per la privacy: se non vogliamo essere trovati, non usiamo il geotag nei nostri contenuti. Who’s in town, però, è uno strumento di tracciamento molto potente e, per questo, può essere usato anche per fini poco piacevoli. Vuoi stalkerare un influencer di cui vai matto? Who’s in town è l’app ideale per farlo.

Né nella privacy policy né nelle condizioni e termini d’uso di Who’s in town, infine, è specificato cosa succede se qualcuno ci blocca dopo che noi abbiamo già iniziato a seguirlo: smetteremo di vedere i suoi tag? Inoltre, c’è anche il problema che Who’s in town raccoglie dati anche dai profili privati. Quindi chi crede di condividere con uno stretto numero di persone le proprie informazioni, in realtà, potrebbe doverle condividere anche con questa app esterna ad Instagram.

Who’s in town: Instagram indaga sull’app

Per tutte queste ragioni Instagram sta analizzando il comportamento di Who’s in town per controllare se questa app stia violando le politiche della piattaforma. Qualora dovesse risultare qualche violazione, allora scatterebbe il ban. Anche perché l’app è stata sviluppata da Erick Barto, che già in passato ha creato altre applicazioni che hanno sollevato diversi dubbi. Come Chatwatch, una app che ti permetteva di sapere quando e quanto chattavano i tuoi contatti (con dati specifici per ogni utente) e riusciva anche ad indovinare se due dei tuoi contatti avevano chattato tra loro.