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Zanzare che possono trasmettere la malaria trovate in Puglia, perché non bisogna allarmarsi

In Puglia sono state trovate alcune zanzare appartenenti alla specie Anopheles, in grado di trasmettere la malaria: ecco perché non dobbiamo però preoccuparci.

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Le zanzare non sono solo insetti fastidiosi che pungono soprattutto in estate, regalandoci prurito e brutti ponfi rossi: alcune specie possono essere una vera e propria minaccia per la vita, dal momento che sono in grado di trasmettere malattie potenzialmente mortali. È il caso della zanzara Anopheles sacharovi, che può fare da vettore agli organismi che provocano la malaria. Alcuni esemplari sono stati trovati in Puglia, ma per gli scienziati non è il caso di allarmarsi.

Zanzare della malaria in Puglia: cosa sappiamo

La malaria è una malattia molto pericolosa, che può essere trasmessa attraverso la puntura di zanzara e che in Africa causa ancora migliaia di vittime. Una delle “responsabili” è l’Anopheles sacharovi, una zanzara che può trasportare i protozoi del genere Plasmodium, i quali causano la malaria. L’ultima indagine condotta nel Sud Italia sui vettori di questa malattia risale agli anni ’60, e all’epoca non c’erano tracce di questo tipo di zanzara. Ma nel 2022 un singolo esemplare è stato ritrovato in un’area rurale della provincia di Lecce, quindi è stato avviato un nuovo studio.

I risultati, pubblicati sulla rivista Parasites & Vectors dagli esperti dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata e dall’Istituto Superiore di Sanità insieme all’ASL di Lecce, potrebbero sembrare a prima vista poco incoraggianti. Su 216 zanzare e larve di zanzara catturate, 20 appartenevano alla specie Anopheles sacharovi. Dobbiamo quindi tornare a preoccuparci della malaria, una terribile malattia che era endemica in Italia fino agli anni ’50, e che è poi stata debellata grazie a bonifiche ed interventi di igiene pubblica?

Perché non dobbiamo allarmarci

Secondo gli scienziati, non c’è alcun bisogno di allarmarsi: innanzitutto il numero di esemplari è estremamente ridotto (“la loro densità non risulta sufficientemente rilevante, dal punto di vista epidemiologico, da costituire una minaccia per la salute” – si legge nello studio). Inoltre, la presenza di questa zanzara non indica necessariamente che siano presenti anche gli organismi responsabili della malattia. In questo specifico caso, tutti gli esemplari analizzati non erano parassitati dai protozoi del genere Plasmodium, quindi non potevano trasmettere la malaria.

Certo, bisogna tuttavia prestare attenzione a come evolverà il fenomeno. Il ritrovamento di alcune zanzare Anopheles sacharovi sta probabilmente a significare che, nonostante la grandissima riduzione della loro popolazione avvenuta dagli anni ’50 in avanti, presso alcune zone rurali siano sempre rimaste presenti. Il loro numero potrebbe poi essere aumentato a causa del progressivo abbandono delle zone di campagna e dell’aumento di condizioni climatiche favorevoli. Sì, il riscaldamento globale è responsabile anche di questo.

Inoltre, nell’ultimo decennio in Italia sono stati segnalati centinaia di casi di malaria. Quasi tutti riguardano persone che hanno viaggiato all’estero: se una zanzara Anopheles dovesse pungere una di queste, potrebbe poi iniziare a trasmettere la malattia. È per questo motivo che gli esperti consigliano di continuare a monitorare la presenza delle zanzare, senza tuttavia dare l’allarme. Al momento non risultano essere pericolose, ma devono essere tenute sotto controllo. Senza contare che questa non è l’unica specie in grado di fare da vettore per la malaria: lungo le zone costiere del sud Italia ne sono state trovate altre. Più che mai, l’obbligo consiste nel fare ulteriori analisi.

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