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5G, Apple produrrà in casa i modem per i suoi iPhone e iPad

Oggi Apple compra tutti i modem 5G dei suoi device da Qualcomm, ma dal 2023 sarà libera di scegliere: continuare ad acquistarli o farseli in casa?

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apple modem 5g Fonte foto: DANIEL CONSTANTE / Shutterstock

Apple diventa sempre più indipendente. Infatti, nel futuro prossimo dell’azienda spuntano i primi modem 5G dedicati ad iPhone e iPad completamente prodotti da Cupertino. Si tratta, ovviamente, di una prima previsione ma che, secondo gli esperti, potrebbe trasformarsi in realtà già a partire dai dispositivi che vedranno la luce nel 2023.

Ancora una volta, la notizia sulle evoluzioni da parte della Mela morsicata arriva da un report realizzato dall’analista Ming-Chi Kuo. Nel documento analizzato dal sito web MacRumors, l’esperto del mondo Apple avrebbe sottolineato come il colosso di Cupertino sarebbe ormai giunto a un’evoluzione di livello tale da poter consentire la produzione casalinga del proprio modem dedicato alla connettività 5G. Ciò, dunque, andrebbe di fatto ad aggiungere un ulteriore tassello a quello rappresentato dal processore M1, nato proprio tra le braccia dell’azienda guidata da Tim Cook e giunto, secondo i ben informati, alla fase produttiva della sua seconda versione.

Modem 5G di Apple, cosa cambierà?

Come specificato da Kuo nel proprio report dedicato agli investitori, Apple potrebbe decidere di installare nei propri device i modem realizzati in casa già nei modelli in vendita nel 2023. Ciò, dunque, significherebbe dire addio agli elementi prodotti da Qualcomm che, finora, hanno trovato posto all’interno dei device dotati di connettività 5G.

La scelta di fare affidamento sui propri modem potrebbe segnare una svolta netta per Cupertino. Infatti, i modem 5G disegnati specificamente per i dispositivi della mela morsicata potrebbero garantire una velocità maggiore, così come una latenza migliorata rispetto a quanto visto attraverso l’integrazione delle controparti a firma Qualcomm o Intel già presenti sugli iPhone appartenenti alle ultime generazioni. Tutto ciò specialmente se Apple deciderà di integrare il modem direttamente dentro l’architettura dei suoi chip (M1 o successivi).

Sulle date, però, l’esperto ha espresso tutta la sua cautela. Infatti, i tempi potrebbero anche risultare maggiormente dilatati rispetto a quelli del 2023. In ogni caso, la volontà di abbandonare il prodotto di Qualcomm c’è ed appare piuttosto evidente. Infatti, il progetto sarebbe già partito all’inizio dello scorso anno e riportato anche dagli analisti di Barclays, a conferma di un futuro sempre più basato su un’autonomia produttiva da parte di Apple.

Qualcomm, il futuro dopo l’addio di Apple?

Se Kuo prevede che Apple continui ad usare i modem di Qualcomm almeno fino al 2023 il motivo c’è ed è ben noto a chiunque mastichi di tecnologia. Nel 2019 Apple e Qualcomm hanno chiuso con un accordo una disputa giudiziaria che vedeva la seconda accusata di violazione di brevetti sui modem 5g da parte della prima. L’accordo prevedeva, tra le altre cose, che Apple avrebbe usato solo modem Qualcomm per almeno quattro anni.

A partire dal 2023, quindi, Apple sarà libera di scegliere se continuare a comprare i modem da Qualcomm o farseli in casa con la tecnologia comprata da Intel: la stessa Apple, infatti, sempre nel 2019 ha comprato per 1 miliardo di dollari la divisione modem e 5G del colosso di Santa Clara. Difficile pensare, quindi, che Apple abbia deciso di sospendere lo sviluppo di questa tecnologia per quattro anni, nonostante l’accordo con Qualcomm. Più probabile, invece, che nel 2023 Apple (finalmente libera da vincoli legali) torni alla carica con un suo modem proprietario.

Ovviamente, ciò rappresenterebbe un colpo non indifferente per Qualcomm che, con un colpo di spugna, vedrebbe cancellata la richiesta dei suoi componenti da uno dei maggiori produttori di smartphone e tablet a livello globale. L’azienda, dunque, potrebbe dover rivedere le proprie strategie di marketing per penetrare nella fetta di mercato dedicata ai dispositivi di fascia più bassa, gli ultimi a non aver introdotto in maniera massiccia l’utilizzo della connettività 5G.