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Alexa ci farà parlare con i morti, con la loro voce

Amazon ci permetterà di ascoltare ancora la voce di un amico, un amore o un parente che non è più con noi ma avverte: Alexa non è LaMDA

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Premessa doverosa: sembra tutto finto, ma è tutto vero o, almeno, è molto credibile visto che a riportare questa notizia è Reuters, che cita le parole pronunciate mercoledì durante una conferenza a Las Vegas da Rohit Prasad, uno dei Senior Vice President di Amazon che è anche a capo degli scienziati che lavorano su Amazon Alexa. Non l’ultimo arrivato, quindi, né uno che non sa di cosa stiamo parlando. A detta di Prasad, e per come lo riporta Reuters, Alexa potrà imitare in modo credibile la voce di chiunque dopo averla ascoltata per meno di un minuto.

Citando letteralmente le parole di Prasad riportate da Reuters, in questo modo potremo “far durare i ricordi” dopo che “così tanti di noi hanno perso qualcuno che amavano” durante la pandemia. In altre parole: lo scopo di Amazon è quello di rendere Alexa in grado di usare la voce delle persone dopo pochi secondi di ascolto, anche dopo che queste persone sono passate a miglior vita. Amazon, specifica Reuters, non ha voluto rivelare quando sarà disponibile questa funzione. Ma, aggiungiamo, non ha neanche negato che ci sta lavorando e, di fatto, conferma le parole pronunciate dal suo Vice-Presidente scienziato durante un evento ufficiale.

Cosa potrà fare Alexa

Durante l’intervento di Prasad, alla conferenza di Las Vegas, Amazon ha mostrato un video in cui un bambino chiede allo smart speaker: “Alexa, la nonna può finire di leggermi il Mago di Oz?“. Un attimo dopo Alexa risponde di sì, cambia la sua voce e legge, con il timbro della nonna e un tono molto meno robotico, la favola al bambino.

Ora, è chiaro che tutto ciò sarà possibile sia con la nonna viva che con la nonna morta e questo, di fatto, crea un enorme dubbio etico: è giusto far crescere un bambino con le favole lette dalla nonna morta anni prima?

Ma non solo: se funziona con la nonna funziona anche con la nostra ex fidanzata, che è viva e sta benissimo ma ci ha lasciato da tempo anche se noi non ce ne vogliamo fare una ragione.

Per non parlare, poi, degli eventuali problemi di sicurezza che derivano dal fatto che, ad esempio, durante una telefonata potremmo ascoltare la voce di una persona che conosciamo e credere che sia nella stessa stanza del nostro interlocutore, ma in realtà non c’è.

Alexa non è LaMDA

Per iniziare a fugare questi dubbi Prasad ha specificato durante la conferenza, sempre stando a Reuters, che Alexa è una “generalizable intelligence” e non una intelligenza simile a quella degli umani, come quelle che stanno sviluppando Google o OpenAI (cioè Elon Musk).

In altre parole Alexa non è LaMDA, il famoso algoritmo per generare chatbot che, a detta dell’ingegnere di Google Blake Lamoine avrebbe già una sua personalità e una coscienza di sé paragonabile a quella di un bambino di 7-8 anni.

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