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SCIENZA

È in arrivo una tempesta climatica senza precedenti? A cosa andiamo incontro

Checché se ne dica, dell'uomo sulla Terra ha provocato dei cambiamenti radicali, e proprio questi cambiamenti potrebbero portare a una tempesta climatica. Ma quali sono gli scenari?

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Anche volendo evitare di sconfinare nell’allarmismo è innegabile che le condizioni climatiche terrestri stiano diventando via via sempre più critiche. Da una parte sono sempre più frequenti le notizie di eventi meteorologici estremi, dall’altra sono evidenti e onnipresenti le ondate di calore, che stanno impattando su più livelli della nostra società.

Ora, a sottolineare quanto la situazione si stia facendo drammatica è arrivato uno studio combinato che, prendendo in analisi l’aumento delle temperature nell’Atlantico settentrionale e il calo del ghiaccio marino antartico, ipotizza l’arrivo di una tempesta climatica, contraddistinta da un ulteriore aumento delle temperature, da inondazioni, venti e piogge che potrebbero avere conseguenze catastrofiche.

Crisi climatica e riscaldamento globale

Precisiamolo subito: tempesta climatica è sicuramente una dicitura impropria, ma è un prestito dall’equivalente inglese che il The Guardian ha usato per dipingere le conseguenze (sia quelle attualmente in corso che quelle future) della crisi climatica e del riscaldamento globale. Il quotidiano inglese ha intervistato un eminente scienziato, il professor Peter Stott, che insieme alla sua squadra è impegnato in un monitoraggio costante del clima terrestre.

Durante gli ultimi anni, Stott e il suo team hanno registrato delle variazioni di temperatura consistenti e impattanti e, adesso, la situazione sembra che si stia aggravando con il ritorno di El Niño. Si tratta, infatti, di un fenomeno climatico ciclico, periodico, che provoca “naturalmente” un forte riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico Centro-Meridionale e Orientale. Purtroppo, però, il suo ritorno si inquadra in un contesto drammatico, con temperature già elevatissime.

Secondo Stott, questo porterà il riscaldamento globale a crescere a un ritmo terrificante, dando una spinta agli effetti collaterali, dannosi e gravissimi, che si stanno già fronteggiando in diverse parti del pianeta. La Terra dovrà affrontare sfide che lasceranno il segno e arriveranno impetuose, travolgenti e inevitabili proprio come una tempesta.

El Niño, i suoi effetti e l’effetto antropico

Stott e la sua squadra sottolineano, sempre sul The Guardian, che già dal mese di aprile il riscaldamento globale ha subito una forte accelerazione. Contestualmente (e conseguentemente) le calotte polari si stanno sciogliendo sempre più velocemente e l’area terrestre occupata dal ghiaccio marino è scesa di un altro milione di chilometri quadrati. Nei prossimi mesi, la “tempesta climatica” porterà con sé alcuni dei suoi effetti più devastanti: quelli sulla vita marina, per iniziare, che non essendo abituata a certe temperature verrà decimata.

Poi, quelli che ci interesseranno in prima persona: gli oceani, che sono già assorbitori di calore per eccellenza, “assimileranno” del caldo extra che dovranno poi restituire. Questo gesto di “restituzione” porterà a bufere, burrasche, cicloni, tifoni e altre perturbazioni atmosferiche che volta per volta diventeranno sensibilmente più violente, con scarichi di pioggia distruttivi e feroci e con periodi di secca e calore più lunghi e devastanti.

Come se non bastasse, altri studiosi – tra cui il climatologo e geofisico Michael E. Mann – sottolineano che a rendere più cupo il quadro c’è l’azione antropica: l’uomo è ancora occupato nell’uso di combustibili fossili, per esempio, cosa che alimenta già di base l’imprevedibilità e la violenza del nostro clima.

Scenari e punti di non ritorno

Ancora sul The Guardian, il professor Stott e altri eminenti studiosi si dicono preoccupati per il fatto che, per la prima volta nella storia, a giugno nell’Atlantico si sono scatenate contemporaneamente due furiose tempeste tropicali (denominate Bret e Cindy) e che nessuna emissione dannosa si è ridotta come è stato chiesto più volte, a gran voce, sia dalla comunità scientifica che dagli ambientalisti.

L’arrivo di El Niño, la sua durata e la sua intensità potrebbero, nel peggiore degli scenari, dare il colpo di grazia al pianeta, portandolo a superare il punto di non ritorno e condannando definitivamente ecosistemi come la Foresta Amazzonica. Nel migliore degli scenari, invece, la situazione resterà grave e la Terra potrebbe arrivare a un passo dall’agonia. Per invertire questa tendenza, occorrerebbero azioni repentine in ogni parte del mondo, ma è difficile credere che ciò possa succedere.

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