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SCIENZA

Sta succedendo qualcosa alle aurore boreali

Sempre di più, sempre più forti, sempre più straordinarie e luminose: lo spettacolo delle aurore boreali sembra starsi intensificando in questo periodo e dietro c'è un motivo molto importante

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Quando le si vede per la prima volta non si può che rimanere a bocca aperta: le aurore boreali sono uno spettacolo mozzafiato, che attira milioni di turisti a caccia dell’avvistamento perfetto. La buona notizia per i viaggiatori è che questo è certamente il momento più propizio per vederle, dato che non si sono mai registrati simili livelli di intensità, frequenza e luminosità per questi fenomeni ottici.

Se però, come abbiamo già detto, questa è una buona notizia per i viaggiatori, per la comunità scientifica diventa invece uno spunto e un motivo per analizzare e indagare ulteriormente su queste apparizioni nel cielo. Sì, perché se sono diventate più forti e se le loro comparse si sono moltiplicate deve necessariamente esserci un motivo.

L’essenza delle aurore boreali

Prima di arrivare al motivo in questione bisogna, però, fare un passo indietro e capire effettivamente cosa sono e come si formano le aurore boreali. Le ampie bande che assumono suggestive forme e sfumature colorate non nascono dal nulla: sono frutto dell’incontro fra le particelle cariche del nostro Sole (elettroni e protoni) e la ionosfera della Terra (ovvero quella parte di atmosfera che si trova fra i 100 e i 500 chilometri d’altezza).

Le particelle viaggiano verso la Terra sotto forma di venti solari: partono dalla nostra Stella Madre e formano un flusso intenso che si muove a una velocità compresa fra i 400 e gli 800 chilometri al secondo, trascinando con sé anche parte del campo magnetico solare. Quando avviene l’impatto fra i venti e la ionosfera, gli atomi di questa parte dell’atmosfera si eccitano e iniziano a muoversi. Quando poi tornano in uno stato di calma, nel “rimettersi a posto”, creano l’effetto luminoso che possiamo ammirare da quaggiù.

Le aurore boreali e il Sole

Va da sé, pertanto, che il fenomeno dell’aurora boreale è strettamente collegato al comportamento del nostro Sole che, per chi non lo sapesse, segue anch’esso delle regole. La nostra Stella Madre si muove ed emette energia in relazione alla sua attività idromagnetica, che variando dà vita a una serie di fenomeni come le macchie solari, l’alterazione delle radiazioni a lunghezza d’onda corta, le esplosioni e le eruzioni solari, e le trasformazioni del flusso dei raggi cosmici ad alta energia che irradiano l’intero Sistema.

Ciò significa che a ogni variazione dell’attività solare risponde un cambiamento delle aurore boreali. Ed è qui che arriva la ragione per cui, in questo specifico momento della vita della Terra, siamo in grado di vedere un numero elevato di questi fenomeni ottici: a breve la Terra sarà infatti “travolta” dalla potenza del Sole, perché è in arrivo con ampio anticipo il picco solare più alto mai visto.

Il picco solare e gli spettacoli nel cielo

La comunità scientifica si trova d’accordo nel sostenere che al nostro Sole sta accadendo qualcosa di inaspettato: il suo ciclo di attività, che in genere ha una durata di 22 anni, sembra essersi accorciato. Ciò significa che la sua attività massima (generalmente corrispondente alla metà esatta del ciclo) arriverà in anticipo e, precisamente, è prevista per la fine del 2023. L’arrivo del picco solare implica il succedersi di venti solari e tempeste elettromagnetiche che diventeranno via via sempre più forti.

Inoltre essendo quello in arrivo il picco più elevato mai registrato, i venti previsti potrebbero essere a dir poco sorprendenti, portando a incontri sempre più frequenti fra le particelle solari e la ionosfera. Il risultato? La moltiplicazione del numero già elevato di aurore boreali, che saranno visibili in modo sempre più intenso sia a Nord che a Sud.

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