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SCIENZA

Un buco nero divoratore di stelle si nasconde poco lontano dalla Terra

A far sì che gli scienziati si accorgessero di lui è stata la sua voracità: c'è un piccolo ma affamatissimo buco nero non lontano dalla Terra, che divora ferocemente ogni stella che incontra

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Lo ripetiamo ogni volta che affrontiamo l’argomento, ma val sempre la pena ribadirlo: fra tutti gli elementi che punteggiano il nostro cielo il buco nero è uno di quelli più affascinanti e misteriosi. Sfuggenti e inavvicinabili, questi corpi celesti hanno un campo gravitazionale così intenso da risucchiare tutto ciò che li circonda. Proprio per questo, ogni volta che gli scienziati riescono ad avvistarne uno, l’intera comunità scientifica si mette sull’attenti e vengono avviate tutte le indagini possibili per conoscerlo meglio.

L’ultimo osservato speciale, individuato di recente, è un buco nero che prende il nome di Swift J023017.0+283603 e sta già facendo discutere per via di quella che è la sua caratteristica più evidente: la fame. Sì, perché sia chi lo ha scoperto sia chi ancora oggi lo sta osservando ha notato un’insolita e a tratti spaventosa voracità, che lo rende più particolare che mai.

La scoperta del divoratore di stelle

Ma partiamo dall’inizio: come spiega lo studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature Astronomy, tra i mesi di dicembre 2021 e giugno 2022 un team di scienziati dell’Università britannica di Leicester stava osservando la Costellazione del Triangolo alla ricerca di nuove galassie. Come spesso capita durante questo tipo di studi e analisi del cielo, però, ciò che hanno trovato era tutt’altro: un lampo di raggi X particolarmente brillante ha infatti attirato la loro attenzione.

Il lampo sembrava provenire dal centro della galassia 2MASX J02301709+2836050, a circa 500 milioni di anni luce da noi, e si è spento abbastanza in fretta, riportando al buio l’area circostante. La squadra di scienziati però era ben consapevole che un’emissione di energia del genere non poteva sicuramente essere casuale e ha deciso di tenere i proprio strumenti piantati su quella porzione di cielo. Dopo 25 giorni, eccolo di nuovo: il lampo si è ripresentato.

Attestando la ciclicità del lampo, gli scienziati dell’Università di Leicester hanno capito cosa stava succedendo: un buco nero stava (e sta) mangiando una stella. E no, non lo sta facendo in una volta sola e in modo canonico, ma poco a poco, staccandone un pezzettino ogni volta che le distanze glielo concedono.

Alla ricerca dell’anello mancante

Attenzione, non è la prima volta che un buco nero viene osservato mentre consuma in questo modo una stella: lo “sbocconcellamento” è inquadrato in quelli che sono definiti eventi di distruzione mareale parziale e avviene in diversi modi. Le stelle, infatti, possono essere “morse” o “spaghettificate” e la loro fine può durare ore, mesi o addirittura anni. Tuttavia, come abbiamo già accennato, il nuovo buco nero sembra particolarmente vorace: secondo gli studiosi il corpo celeste impiega un’energia mai vista prima nello sforzo di attrarre il suo “pasto”.

Swift J023017.0+283603, infatti, sarebbe nient’altro che un buco nero di piccole dimensioni, con una massa che va dalle 10.000 alle 100.000 volte il nostro Sole. Niente a che vedere, dunque, con le masse molte volte più grandi dei buchi neri massicci o supermassicci: eppure la sua energia è palpabile, attestabile, innegabile. Ciò rende più verosimile l’ipotesi, già più volte ribadita da molti scienziati, della presenza di un anello mancante tra i buchi neri: un corpo celeste di misura né troppo piccola né troppo grande che segue delle regole anomale, che potrebbero rivoluzionare le regole del cielo.

Buchi neri e fenomeni nello spazio

Il team dell’Università di Leicester, in seguito alla pubblicazione dello studio, è adesso al lavoro per cercare di svolgere un’osservazione ancor più diretta che potrebbe contribuire ad approfondire la conoscenza dei cosiddetti buchi neri intermedi. Gli studi su questo tipo di corpi celesti, infatti, finora sono solo teorici e accompagnati da avvistamenti inconcludenti, nonostante diversi strani fenomeni nello spazio sembrino confermare la loro esistenza.