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Come funziona il noleggio di bici elettriche

Sempre più città in Italia permettono il noleggio di e-Bike. Scopri come funziona, quanto costa e la differenza tra bici elettriche e a pedalata assistita.

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Noleggio bici elettriche Fonte foto: George Wirt/Shutterstock

Il Bike sharing è un innovativo servizio di mobilità ormai presente in svariate città in tutto il mondo. Si tratta di una realtà in continua espansione che molti cittadini hanno imparato ad apprezzare e sfruttare. Le pubbliche amministrazioni stanno puntando sempre di più su mezzi di trasporto sostenibili e alternativi, mettendo a disposizione servizi che garantiscono soluzioni green per muoversi in città senza utilizzare l’auto oppure i mezzi pubblici.

Oltre alle bici tradizionali, nelle città sono spesso disponibili anche le bici elettriche con pedalata assistita, chiamate e-Bike. Questi mezzi sono dotati di un motore elettrico e il loro scopo è essenzialmente quello di rendere meno faticosa la pedalata (utile soprattutto nelle città con tratti in salita). Se vuoi saperne di più, continua a leggere per scoprire come funziona il noleggio di bici elettriche.

Come funziona il Bike sharing

Bike sharing significa letteralmente condivisione della bicicletta. Si tratta di un’iniziativa che si è diffusa a macchia d’olio in diverse città europee e americane, riscuotendo da subito un enorme successo. Lo scopo principale del bike sharing è quello spingere i cittadini ad adottare uno stile di vita che sia più sostenibile ed economico.  Il Bike sharing funziona esattamente come il Car sharing o il noleggio dei monopattini elettrici. Le biciclette sono rese disponibili in zone specifiche, vicino alle aree di interesse turistico o alle stazioni, in parcheggi appositi. Per noleggiarle basta scaricare una app sul proprio smartphone e sbloccare il mezzo inquadrando il codice QR o tramite una tessera contactless.

I servizi di Bike sharing hanno ottenuto un grande successo in Italia. Si tratta infatti di soluzioni green, pratiche e low cost che rispondono alle necessità della smart mobility. Il noleggio di bici elettriche (o tradizionali) consente di ridurre le emissioni di anidride carbonica nelle città, di muoversi agilmente, evitando il traffico e di eliminare il problema del parcheggio.

Come pagare il Bike sharing

Per quanto riguarda i prezzi, questi variano a seconda delle aziende. A volte viene richiesto un costo per minuto o ora, mentre altre soluzioni prevedono invece un abbonamento giornaliero, mensile o annuale. Infine, per sicurezza, quando si noleggia il mezzo, viene anche richiesta una piccola cauzione. La maggior parte dei servizi privati, ormai permettono di pagare il noleggio comodamente tramite applicazione. Basta infatti registrarsi al servizio, inquadrare il QR code che si trova sulla bici e completare il pagamento. In altri casi è possibile anche acquistare delle tessere magnetiche da ricaricare e da appoggiare alla bici per sbloccarla. Infine, per quanto riguarda il noleggio di bici elettriche gestite dall’azienda di trasporti cittadini, in alcuni casi è possibile anche integrare il pagamento nell’abbonamento ai trasporti pubblici e sbloccarli con la tessera che si usa per salire su bus e metro.

Il Bike sharing in Italia

In Italia il Bike sharing è riuscito a conquistare anche i più scettici. Oggi è possibile noleggiare bici elettriche o a pedalata assistita in quasi tutte le grandi e medie città. I primi centri a credere in questa particolare forma di mobilità sono stati Cuneo, Savigliano e Parma. In seguito, l’e-bike sharing è arrivato anche a Torino, Cremona, Bergamo, Milano, Roma, Mantova e Firenze. A Roma il Bike sharing si è diffuso a grande velocità, con aree dedicate alla sosta dei mezzi e l’amministrazione che ha aperto la strada a nuovi operatori sia pubblici che privati. Milano non è da meno, con diversi operatori che sono entrati sul mercato e moltissime stazioni attive. Come accade per i monopattini elettrici, molte aziende offrono anche il servizio di free floating, consentendo a chi noleggia di lasciare il mezzo in qualsiasi punto della città.

Come noleggiare una bici elettrica

Come accennato, in molte città è possibile usare bici elettriche a noleggio. A Roma, ad esempio, si possono trovare le celebri e-bike rosse di Jump by Uber. Il noleggio costa 0,20 euro al minuto a cui vanno aggiunti 50 centesimi per lo sblocco del mezzo. Tali e-bike hanno una velocità massima di 25 km/h. Un altro operatore molto famoso è Helbiz, che conta su una flotta di migliaia di bici elettriche e monopattini elettrici presenti a Milano, Roma, Verona e Torino. L’azienda propone l’abbonamento Helbiz Unlimited, ossia la possibilità di utilizzare quanto si vuole qualsiasi tipologia di veicolo e in qualsiasi città al prezzo di 29,99 euro al mese. Mobike si distingue invece con le sue biciclette elettriche argento e arancione. Offre un servizio di Bike sharing free floating “tradizionale” e opera in tantissime città fra cui Bologna. Infine, a Milano il Comune propone BikeMi che richiede la sottoscrizione di un abbonamento (che può essere anche giornaliero) e il parcheggio in delle apposite rastrelliere.

Chi preferisce un tipo di noleggio più “tradizionale” invece può rivolgersi ad altri operatori come EBikeStore, celebre catena lombarda che è specializzata in e-bike e propone ai suoi clienti noleggi a lungo termine con la consegna a domicilio in Lombardia. I brand disponibili sono numerosi e tutti di livello medio-alto, mentre i prezzi partono da 33 euro al mese per i noleggi che vanno da 6 sino a 36 mesi.

Che differenza c’è tra bici elettrica e bici pedalata assistita

L’e-bike è una bicicletta a pedalata assistita. Si tratta dunque di una bici a cui sono stati applicati una batteria al litio, un motore elettrico e dei sensori che hanno il compito di rilevare la forza che viene impressa sui pedali, inviando dei messaggi alla centralina per calibrare il sostegno di cui ha bisogno il ciclista. Quest’ultima funzione, appunto, è definita “pedalata assistita”. Se non viene messo in funzione il motore, l’e-bike dunque si comporta come una normale bicicletta. Quando si inizia a pedalare, il motore integrato permette alla persona di fare meno sforzo e mantenere il ritmo con più facilità. Naturalmente ciò non significa che si otterrà maggiore velocità, ma soltanto che si fatica di meno. La potenza richiesta può aumentare o diminuire ed è regolata tramite un piccolo computer che si trova sul manubrio. Le impostazioni dipendono dal modello, dalla fascia di prezzo e dall’assetto della bici. In generale però si hanno tre livelli di assistenza: eco, sport (oppure trail), turbo (o boost).

Per quanto riguarda l’aspetto normativo, l’articolo 50 del Codice della strada fa una chiara distinzione tra la bici muscolare e la bici a pedalata assistita: “I velocipedi – si legge – sono i veicoli con due ruote o più ruote funzionanti a propulsione esclusivamente muscolare, per mezzo di pedali o di analoghi dispositivi, azionati dalle persone che si trovano sul veicolo; sono altresì considerati velocipedi le biciclette a pedalata assistita, dotate di un motore ausiliario elettrico avente potenza nominale continua massima di 0,25 KW o di 0,5 KW se adibiti al trasporto di merci, la cui alimentazione è progressivamente ridotta ed infine interrotta quando il veicolo raggiunge i 25 km/h o prima se il ciclista smette di pedalare”. La direttiva europea 2002/24 infine definisce le e-bike come mezzi “dotati di un motore ausiliario elettrico avente potenza nominale continua massima di 0,25 KW la cui alimentazione è progressivamente ridotta e infine interrotta quando il veicolo raggiunge i 25 Km/h o prima se il ciclista smette di pedalare”.

Naturalmente, l’e-bike si differenzia dalla bicicletta elettrica, definita speed pedelec. In questo caso si tratta di mezzi che sono assimilabili ai ciclomotori. Non vi è dunque un rapporto fra pedalata e motore poiché non è necessario pedalare per far muovere la bici. Questi mezzi inoltre non rispettano la definizione fornita dalla direttiva 2002/24, ma rientrano all’interno di un regolamento che le distingue in L1eA e L1eB.

Nella categoria L1eA si trovano i cicli a due o tre ruote che sono progettati con la trazione a pedale e vengono equipaggiati con motore elettrico ausiliario dotato di potenza nominale inferiore a 1000 W. Questi sono in grado di arrivare ad una velocità non superiore ai 25 km/h. Nella categoria L1eB si trovano invece i cicli a due oppure tre ruote dotati di un motore elettrico con una potenza nominale continua massima che arriva sino a 4000 W e raggiunge una velocità di costruzione che non è superiore ai 45 km/h.

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