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SCIENZA

Gli scienziati hanno rivelato campi magnetici che vorticano attorno al buco nero

Osservando il buco nero al centro della Via Lattea, un team di scienziati è riuscito a osservare una struttura sorprendente: forti campi si sviluppano e si muovono formando una spirale organizzata

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Torniamo ancora una volta a parlare di buchi neri, cosa che non dovrebbe affatto sorprenderci: si tratta pur sempre dei corpi celesti più misteriosi e affascinanti nell’universo. Questa volta, poi, l’argomento è ancor più interessante perché riguarda il “nostro” buco nero, ovvero quello che si trova al centro della Via Lattea, Sagittarius A.

Lo studio di Sagittarius A riveste una importanza cruciale per la comprensione della fisica e dell’evoluzione cosmica, e recentemente è stato oggetto di attenzioni molto particolari. Sì, perché una nuova immagine scattata ed elaborata dal team dell’Event Horizon Telescope ha rivelato qualcosa di molto, molto interessante sulla sua struttura.

Uno scatto sensazionale

Come sempre, andiamo per ordine. Correva il 2022 quando Event Horizon Telescope ha diffuso nuovi scatti e condiviso nuovi dati sul buco nero al centro della Via Lattea. I dati e le immagini raccolte hanno fatto il giro del mondo, tanto che da quel momento in poi diverse agenzie spaziali hanno svolto studi per rivelare le caratteristiche di Sagittarius A. Fra i tanti frame catturati da Event Horizon Telescope, però, ce n’era uno che almeno all’inizio è passato un po’ in sordina.

Sì, perché il frame in questione catturava una visione inedita, mai immortalata prima, del nostro buco nero. Una visione che è diventata palese e perfettamente percepibile solo quando un team di scienziati ha deciso rilevare il fenomeno ottico della luce polarizzata. Usati tutti gli strumenti del caso, gli scienziati si sono trovati di fronte a qualcosa di mai visto: una spirale luminosa, dai toni caldi e quasi accecanti.

La spirale di Sagittarius A

Ma cos’è questa spirale? E perché è così importante? In sostanza, si tratta della struttura del campo magnetico del nostro buco nero. Come spiegano nello studio pubblicato sul The Astrophysical Journal, rilevando la luce polarizzata i ricercatori sono stati in grado di mapparlo. Per chi non lo sapesse, nel caso dei buchi neri le particelle cariche roteano attorno alle linee del campo magnetico causando appunto un effetto di polarizzazione che venendo reso visibile restituisce proprio la conformazione di questo corpo celeste.

L’osservazione della luce polarizzata attorno a Sagittarius A ha aperto una finestra unica, che ci permette di affacciarci sui processi fisici che regolano l’interazione tra i buchi neri e la materia circostante. Queste informazioni sono fondamentali non solo per per comprendere come Sagittarius A influenza la Via Lattea, ma in generale per capire come tutti i buchi neri plasmano l’evoluzione cosmica in tutto l’Universo. Ma non è tutto qui, perché proprio il fatto di conoscere la struttura del nostro buco nero ha aperto un nuovo interessante capitolo scientifico.

Sagittarius A e M87: le incredibili somiglianze

Sì, perché l’immagine di Sagittarius A presenta sorprendenti somiglianze con quella che era stata scattata e rilevata al buco nero supermassiccio M87, posto al centro dell’omonima galassia. Nonostante le enormi differenze di dimensioni e massa tra i due buchi neri,  la similitudine nei campi magnetici suggerisce che alcuni processi fondamentali potrebbero essere comuni a tutti i buchi neri.

In particolare, la presenza di campi magnetici forti e organizzati intorno a Sagittarius A indica la possibile esistenza di un getto nascosto, simile a quello scoperto intorno a M87, che può influenzare l’ambiente circostante in modi significativi. Naturalmente, nonostante tutte queste scoperte e i progressi significativi della scienza, c’è ancora molto da scoprire: continuare a studiare i buchi neri è una priorità, perché rappresentano una delle manifestazioni più estreme della gravità nell’Universo.