Calcio in TV, che succederà il 17 agosto? C'è un grosso rischio
Il campionato di calcio sta per ripartire, ma Piracy Shield potrebbe essere bloccata da un cavillo legale, che causa un limite tecnico alla piattaforma
Manca meno di un mese al calcio d’avvio del campionato di Serie A 2024-25: le prime due partite del calendario sono Genoa-Inter e Parma-Fiorentina e si giocheranno entrambe il 17 agosto, alle 18:30.
A restare ferma, invece, potrebbe essere la piattaforma Piracy Shield che è stata lanciata nel corso del campionato 2023-24 per contrastare la pirateria audiovisiva, il cosiddetto “pezzotto” che per anni ha permesso a milioni di italiani di vedere le partite di calcio gratis in streaming.
Piracy Shield ha causato un mare di polemiche, ma ha funzionato abbastanza bene bloccando molti siti che trasmettevano illegalmente le partite, ma non ha affatto bloccato il fenomeno del pezzotto, perché i pirati hanno trovato altre vie (banalmente, trasmettere da indirizzi IPv4 sempre diversi).
Ora a restare bloccata potrebbe essere la stessa piattaforma, a causa di un limite tecnico causato da un cavillo giuridico.
Piracy Shield è già al limite
Piracy Shield funziona usando la forza bruta: quando viene intercettato un flusso di dati che trasmette le partite illegalmente un segnalatore qualificato può inserire nella piattaforma i dati tecnici del flusso e, di conseguenza, imporre agli Internet Provider di bloccare quel flusso entro 30 minuti.
Per la precisione viene bloccato il cosiddetto “fully qualified domain name” (FQDN), cioè il “nome completo” del sito (il FQDN di Libero Tecnologia, per capirci, è https://tecnologia.libero.it), oppure viene bloccato l’indirizzo IPv4, cioè una stringa di numeri che identifica il dispositivo dal quale parte la trasmissione dei dati.
Siccome i pirati cambiano in continuazione sia FQDN he indirizzi IPv4, la legge 93 del 14 luglio 2023 che ha dato vita a Piracy Shield ha previsto un numero massimo di risorse che la piattaforma può bloccare, altrimenti finirebbe per bloccare completamente Internet sul suolo italiano.
Per la precisione Piracy Shield può bloccare 18 mila fully qualified domain name e 15 mila indirizzi IPv4. Queste soglie sono già state quasi raggiunte a fine campionato 2023-24.
Piracy Shield 2024-25: tutto bloccato?
Con questi numeri, Piracy Shield potrebbe arrivare al suo limite già alla fine della prima giornata di campionato 2024-25 e gli addetti al settore lo sanno benissimo.
In questo momento, infatti, ci sono due opzioni sul tavolo: o si alzano le soglie di FQDN e IPv4 che si possono bloccare, oppure si permette agli Internet Provider di sbloccare le risorse precedentemente bloccate.
Nel primo caso si rischia di fare un danno agli Internet Provider e a chi usa Internet in modo legittimo. Troppi indirizzi bloccati, infatti, impediscono a Internet di funzionare in modo corretto, introducono rallentamenti, possono sfociare nell’acquisto di risorse che poi risultano già bloccate da Piracy Shield.
Nel secondo caso si snellisce tutto e non si favoriscono i pirati, che nel frattempo si sono già spostati su altri FQDN e su altri IPv4, e si liberano risorse online per chiunque ne abbia bisogno per lavorare.
In entrambi i casi, però, bisogna modificare la legge 93/2023, per dare all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) il potere di modificare il funzionamento della piattaforma.
Al momento non è affatto chiaro se questa modifica verrà fatta e, soprattutto, quando. Anche perché, tra pochissimo, il Parlamento si fermerà per la consueta pausa estiva.
Piracy Shield 2.0
Tutto ciò di cui abbiamo parlato fino ad ora riguarda l’attuale piattaforma Piracy Shield, quella nata a seguito della legge 93/2023, ma entro fine anno dovrebbe arrivare una nuova piattaforma, la cosiddetta Piracy Shield 2.0.
Annunciata dal commissario AGCOM Massimiliano Capitanio durante il Festival della Serie A a Parma il mese scorso, Piracy Shield 2.0 sarà una versione potenziata della piattaforma attuale, costerà 2 milioni di euro l’anno (pagati dallo Stato, cioè dai contribuenti), e potrà essere usata per bloccare anche la trasmissione illegale di eventi culturali, concerti, film.