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SCIENZA

Un cimitero è stato trovato nel fondo dell'Oceano

Dagli abissi dell'Oceano è emerso un cimitero mai visto prima: la scoperta al largo delle Florida Keys fa luce sulla storia di Fort Jefferson.

Nell’agosto 2022 gli archeologi trovarono un sito archeologico sommerso nel fondo dell’Oceano, su quella che è a tutti gli effetti un’isola sottomarina vicino al Dry Tortugas National Park. Oggi, dopo un anno di ricerche, finalmente conosciamo l’identità del luogo: quelli emersi al largo di Garden Key, isola delle Florida Keys (in spagnolo Cayos de la Florida) sono i resti di un ospedale per la quarantena e dell’annesso cimitero risalenti al XIX secolo.

Ospedale di quarantena e cimitero emersi al largo delle Florida Keys

Il National Park Service ha annunciato la scoperta lo scorso 1 maggio e, com’era ovvio, ha attirato immediatamente esperti e curiosi. Forse per via del fascino insito in qualsiasi ritrovamento archeologico, oppure perché stavolta a emergere sono stati i resti di un luogo colmo di storia ma anche di sofferenza.

La ricerca era iniziata già nell’agosto 2022 quando il personale delle risorse culturali del parco, assistito dai membri del Submerged Resources Center del National Park Service, del Southeast Archeological Center e da uno studente laureato dell’Università di Miami, immergendosi nelle acque del Dry Tortugas National Park – che comprende le omonime isole facenti parte delle Florida Keys – avevano notato delle strutture particolari sul fondale.

Dopo un anno di ricerche gli archeologi sono giunti, infine, a una conclusione ben precisa: si tratta di due strutture distinte, quella di un ospedale costruito per la quarantena e quello che è a tutti gli effetti un cimitero, entrambi risalenti al XIX secolo. I documenti storici indicano che lì vi siano state sepolte dozzine di persone, in gran parte soldati di stanza a Fort Jefferson, e che il piccolo ospedale sia stato costruito e utilizzato tra il 1890 e il 1900 per curare i malati di febbre gialla.

Le isole che circondano Fort Jefferson furono utilizzate principalmente come prigione militare durante la Guerra Civile Americana, ma a questo dobbiamo aggiungere altri impieghi: avamposto navale di carbone, stazione faro, ospedale navale, struttura di quarantena e, più in generale, porto sicuro e sede di addestramento militare. La popolazione inevitabilmente è cresciuta tra personale militare, prigionieri, schiavi, ingegneri, lavoratori civili e le loro famiglie e con essa è cresciuta anche l’incidenza di malattie mortali altamente trasmissibili. Per tale ragione fu necessaria la costruzione di piccole strutture di quarantena e cura che isolassero i pazienti malati, evitando una strage.

La tomba di John Greer

Come anticipato, la ricerca condotta dagli archeologi ha rivelato che molte persone furono sepolte nel cimitero di Fort Jefferson e che per lo più si trattasse di militari di stanza nel forte. Tra questi vi erano anche prigionieri ma non mancavano i civili. Proprio a uno di questi ultimi appartiene l’unica tomba finora identificata.

Si tratta di John Greer, che morì il 5 novembre 1861 dopo aver lavorato come operaio nel forte. Attualmente non sono stati scoperti ulteriori dettagli in merito alle cause della sua morte ma la sua tomba ha attirato l’attenzione degli archeologi per un motivo ben preciso: spicca sulle altre perché segnata in modo piuttosto visibile da una grande lastra di grovacca (medesimo materiale usato per la costruzione del forte) dove sono stati incisi, appunto, il suo nome e la data del decesso.

“Questa intrigante scoperta evidenzia il potenziale per storie non raccontate nel Dry Tortugas National Park, sia sopra che sotto l’acqua”, ha affermato Josh Marano, archeologo marittimo per i parchi nazionali della Florida meridionale e direttore del progetto. “Sebbene gran parte della storia di Fort Jefferson si concentri sulla fortificazione stessa e su alcuni dei suoi famigerati prigionieri, stiamo lavorando attivamente per raccontare le storie delle persone schiavizzate, delle donne, dei bambini e dei lavoratori civili”.