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Friends: la co-creatrice ha chiesto scusa per la serie. Ecco perché

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friends Fonte foto: Facebook/ Pagina ufficiale Friends

Fa un certo effetto rivedere oggi alcune serie tv celebri degli anni ’90 e primi anni 2000: la sensibilità e lo sguardo degli spettatori sono cambiati, fortunatamente, dunque alcune scene, scelte e battute suonano ormai totalmente fuori luogo. Accade con Friends, celebre sit-com in onda tra il 1994 e il 2004.

Senza nulla togliere alle battute iconiche e al ruolo che questa serie ha avuto nella storia della tv e nella vita di tanti adolescenti (e non solo) di quegli anni, è giusto riconoscere i limiti di quella narrazione. A farlo è stata anche la co-creatrice Marta Kauffman, che in un’intervista ha spiegato di essersi resa conto recentemente che nelle dieci stagioni di Friends c’è un problema di razzismo sistemico: «Ho imparato molto negli ultimi 20 anni. Ammettere e accettare la colpa non è facile. Guardarsi in uno specchio è doloroso. Sono imbarazzata dal fatto che non capissi la verità 25 anni fa».

Il razzismo sistemico di Friends

Il razzismo sistemico è, di fatto, il razzismo interiorizzato e istituzionalizzato, che viene incorporato dalle leggi o dal modo di funzionare della società. In Friends si manifesta ad esempio con l’assenza di persone non bianche, che non vengono coinvolte, rappresentate né raccontate. In sostanza, l’intera serie è portata avanti e costruita con uno “sguardo bianco”, quindi non inclusivo, in un mondo totalmente bianco, quindi distante dalla realtà.

«Dopo quanto accaduto a George Floyd ho iniziato a lottare con il fatto che ero coinvolta nel razzismo sistemico in modi di cui non ero mai stata consapevole», ha spiegato Kauffman. «Quello è stato realmente il momento in cui ho iniziato a esaminare i modi in cui avevo partecipato. Sapevo che avevo bisogno di cambiare direzione».

E ancora: «Voglio assicurarmi da ora in poi che in ogni produzione che realizzo sarò consapevole dell’importanza di assumere persone di colore e provare attivamente a coinvolgere giovani autori di colore. Voglio sapere che mi comporterà in modo diverso da ora in poi. E poi mi sentirò più leggera».

Gli altri problemi di Friends

Ci sono altri aspetti di Friends che nella serie vengono proposti e trattati con grande normalità, ma che oggi desterebbero certamente delle polemiche agli occhi di molti spettatori. Ad esempio, c’è una rappresentazione problematica dei corpi non conformi: oggi si parlerebbe di grassofobia, perché nella serie i corpi non magri vengono derisi o temuti come il peggiore dei destini.

Anche la rappresentazione delle persone della comunità LGBTQI+ nella serie ha numerosi difetti. Il padre di Chandler, ad esempio, è una donna trans: nelle varie stagioni viene costantemente derisa e, soprattutto, descritta o chiamata con pronomi e nomi maschili; un atteggiamento che oggi possiamo indentificare facilmente come transfobia, ma sul quale in quegli anni c’era scarsissima consapevolezza e sensibilità. Sempre la co-creatrice Kauffman recentemente, in un’altra intervista, ha detto che è stato un errore usare pronomi maschili per quel personaggio.