Google Allo mette a rischio la privacy delle ricerche online
Il responsabile è Google Assistant che, in alcuni paesi, è già possibile inserire nelle chat di Allo. Peccato che per un bug spiffera la cronologia online

Google Allo è l’applicazione per la messaggistica istantanea sviluppata dall’azienda di Mountain View per cercare di sfidare WhatsApp e Facebook Messenger. Nonostante non si ancora molto utilizzata, sembra che sia finita sotto le luci dei riflettori degli hacker.
La scoperta è avvenuta per caso da un utente e riferita, con tanto di screenshot, al sito Recode. La colpa è di Google Assistant, l’assistente personale presente su Android Nougat 7 e che può supportare Allo nelle conversazioni. Sembrerebbe che l’assistente virtuale condivida le ricerche degli utenti direttamente sui social. La “fuga di notizie” potrebbe essere stata causata da un malfunzionamento temporaneo e isolato dell’accoppiata Allo e Google Assistant, oppure da un vero e proprio bug che metterebbe seriamente a rischio la privacy degli utenti.
La fuga di notizie di Google Assistant
Ecco quello che è successo raccontato dal protagonista Tess Townsend. L’amico con cui stava chattando, nel bel mezzo della conversazione, si rivolge direttamente all’assistente di Google chiedendogli di identificarsi. E sorpresa, invece di dire un nome o rispondere a tono, l’assistente condivide un link al sito Pottermore, e nello specifico, a un estratto di Harry Potter e l’Ordine della Fenice, il quinto libro della saga di JK Rowling.
Tess riferisce che non si è trattato semplicemente di un “non sequitur” – ossia di una risposta senza fondamento, anzi, era il risultato di alcune ricerche che il suo amico aveva fatto pochi giorni prima. Non lui. Tess, inoltre, precisa che in quell’occasione non avevano assolutamente menzionato Harry Potter nella chat. Hanno segnalato l’anomalia a Google che ha risposto che «erano stati informati che l’Assistente non funzionava come previsto nelle chat di gruppo e che avevano risolto il problema, ringraziandoli della segnalazione».
Le critiche a Google Allo
Allo è stato recentemente criticato dai sostenitori della privacy, perché non utilizza la crittografia end-to-end per default come fa, invece, WhatsApp. Google Assistant, secondo un report diffuso da The Independent, dovrebbe richiedere l’autorizzazione da parte di un utente prima di condividere informazioni personali in una chat di Allo, ma la funzione di privacy non sembra sempre funzionare. E, ciliegina sulla torta, Edward Snowden – ex tecnico della CIA noto per aver rivelato pubblicamente dettagli di diversi programmi segreti di sorveglianza di massa del governo statunitense e britannico – aveva messo in guardia sulla scarsa sicurezza di Google Allo all’indomani del lancio.
Come difendersi dagli attacchi hacker
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