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Google ha fatto un visore 9 anni prima di Apple

Con Cardboard e poi con Dayream View, Google ha già avuto a che fare con i visori VR a lungo, senza però riuscire a lasciare davvero il segno

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google cardboard Fonte foto: Google

Il settore della realtà virtuale, dopo un periodo di relativo silenzio, torna di grande attualità con Meta che ha appena presentato il nuovo Quest 3, rendendo sempre più accessibili e completi i visori VR, e con Apple che si prepara a svelare il suo primo device di questo tipo. All’appello, per il momento, manca Google.

L’azienda negli ultimi mesi ha lavorato molto sul rinnovamento della sua gamma di prodotti hardware, con un focus sulla serie Pixel, composta da smartphone, tablet e smartwatch. Ma Google, in realtà, ha già avuto a che fare con la realtà virtualee già 9 anni fa, in netto anticipo rispetto ai tempi, l’azienda presentò un primo visore, poi finito nel dimenticatoio.

Google: 9 anni fa il primo visore

Per riepilogare il rapporto di Google con la realtà virtuale è necessario tornare al 2014. Circa 9 anni fa, infatti, fu presentato Google Cardboard, una soluzione a basso costo pensata per accedere a contenuti VR con il proprio smartphone e l’app dedicata, ancora disponibile sul Play Store. Cardboard, come lascia intendere anche il nome, aveva una struttura in cartone pieghevole che protegge un sistema di lenti con lunghezza focale di 45 mm.

Gli utenti potevano (e possono ancora) costruire in autonomia il proprio Cardboard seguendo le istruzioni fornite direttamente da Google e utilizzando pochi ma essenziali componenti. Un paio d’anni dopo la presentazione, Google iniziò anche a vendere direttamente il suo visore, precedentemente distribuito da fornitori terzi nella sua versione pronta all’uso.

Grazie alla semplicità d’uso e ai costi ridotti, Cardboard ebbe un buon riscontro, tanto da spingere Google a presentare, in occasione di Google I/O del 2016,il nuovo visore Daydream View, arrivato poi sul mercato nei mesi successivi e aggiornato, con un restyling, nel 2017. Successivamente, Google propose anche una versione standalone del visore, in grado di accedere ai contenuti VR anche senza l’abbinamento con lo smartphone.

Il progetto, come molti altri esperimenti di Google, terminò rapidamente. Il supporto a Daydream da parte di Android è stato interrotto nel 2020 per via di uno scarso utilizzo da parte degli utenti. Nel frattempo, gli sviluppatori di contenuti VR hanno iniziato a spostarsi verso i prodotti Oculus Quest di Meta, che ha appena presentato Quest 3, rinnovando il suo sostegno alla realtà virtuale dopo lo scarso riscontro registrato nell’ultimo anno nei confronti del metaverso.

Google farà un altro visore?

Per il momento, Google non sembra avere in cantiere nuovi progetti in grado di raccogliere l’eredità di Cardboard e Daydream View. L’azienda ha comunque le risorse per rilanciare la sua posizione nel settore della VR, anche grazie all’ecosistema Android.

Una crescita futura del settore, grazie a Meta e Apple, potrebbe spingere Google a tornare sui suoi passi, riprovando a sperimentare con le potenzialità della realtà virtuale. Per quanto riguarda la realtà aumentata, invece, Google potrebbe anche tornare sul mercato con una nuova generazione di Google Glasses, altro dispositivo al momento messo da parte.

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