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Il prossimo chip di Qualcomm sarà prodotto da Samsung

Qualcomm scalda i motori in vista del 2022: c'è da pianificare la produzione di Snapdragon 895, e sembra che le fabbriche di Samsung siano in vantaggio su TSMC.

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qualcomm snapdragon Fonte foto: DANIEL CONSTANTE / Shutterstock

Qualcomm è senza fabbriche, e non è una novità. Il leader mondiale nella produzione di chip per smartphone, tablet, indossabili, eccetera, non ha mai avuto delle fabbriche in cui realizzare in proprio i chip da vendere alle aziende. Qualcomm progetta i chip, basandosi tra l’altro su brevetti di ARM (che è in fase di vendita ad Nvidia), e poi ne appalta la produzione ad aziende come Samsung e TSMC che invece possiedono degli stabilimenti produttivi.

Il leader americano programma ovviamente con largo anticipo la produzione dei chip di domani, e uno snodo fondamentale per Qualcomm (e non solo per lei, a dire il vero) sarà la realizzazione del SoC top di gamma per il 2022. Si pensa che lo conosceremo come Qualcomm Snapdragon 895, ma lo scorso anno ha dimostrato che prevedere le scelte dell’azienda americana non è cosa semplice, quando pochi avevano ipotizzato che il chip di punta sarebbe stato conosciuto come Snapdragon 888. Secondo le indiscrezioni più recenti, per la produzione dello Snapdragon 895 – ammesso che si chiami così – sarebbe stata scelta Samsung invece che TSMC.

Lo Snapdragon 895 in mano a Samsung

Secondo Notebookcheck che ha dato forza alla voce, Samsung otterrà il contratto di produzione del chip che raccoglierà l’eredità dello Snapdragon 888. Come detto, allo stato attuale è difficile dire se verrà denominato Snapdragon 895 o in modo diverso, ma di certo c’è che allo stato attuale è conosciuto con il numero modello SM8450.

L’altra anticipazione sul prossimo SoC di punta americano riguarda i core utilizzati, dei Kryo 780 realizzati sulla base dell’architettura ARM Cortex-v9, mentre ci sono davvero pochi dubbi sul fatto che la GPU integrata nel potente chip di Qualcomm sarà la Adreno 730. Nessun dubbio infine sulla presentazione dello Snapdragon 895, che avverrà come da prassi intorno a dicembre 2021, in modo da essere poi pronto ad equipaggiare i primi top di gamma 2022 tra gennaio e febbraio.

Qualcomm interessata ad ARM

Nvidia si è già mossa per rilevare (per 40 miliardi di dollari) lo sviluppatore britannico di architetture per piattaforme mobili ARM dall’attuale proprietà, la giapponese SoftBank. La definizione dell’affare è attualmente al vaglio delle autorità antimonopolio di diversi paesi, per intenderci l’equivalente dell’AGCM italiana. Il dubbio di queste autorità è lecito: comprando ARM, che oggi vende brevetti a quasi tutti i produttori di chip, Nvidia potrebbe diventare un freno allo sviluppo della concorrenza nel mercato dell’elettronica. Un mercato dal quale dipende il futuro del mondo.

Qualcomm è stata bruciata sul tempo dai rivali di Nvidia, ma il CEO in pectore ha già fatto sapere che se l’accordo Nvidia-ARM dovesse saltare (perché bocciato dalle autorà) allora l’azienda americana sarebbe pronta ad investire in ARM.

A fine giugno infatti Cristiano Amon diverrà il CEO di Qualcomm, e si pensa ad attrarre investitori per il capitale di ARM se l’accordo con Nvidia non dovesse concretizzarsi o se SoftBank, azienda giapponese che attualmente controlla ARM, decidesse di quotare la società in borsa anziché venderla a Nvidia.

Amon è convinto che non ci sia solo Qualcomm tra coloro che guardano con diffidenza l’affare Nvidia-ARM, e non è nemmeno difficile immaginare quali aziende potrebbero spalleggiare Qualcomm: Amazon o Tesla, ad esempio, specie l’ultima che producendo sempre più auto elettriche sempre più “intelligenti” e autonome avrebbe tutto l’interesse ad assicurarsi delle quote dell’azienda che più di tutte – ARM – rende possibile il business di Musk grazie ai chip.