È in Italia il lago rosso: a cosa deve il colore "rubino"
Le acque del lago d'Averno si tingono di rosso: il bradisismo non c'entra, il fenomeno è frequente e dipende dalla proliferazione di una piccola alga
Le acque del lago d’Averno si sono improvvisamente tinte di rosso: si è subito pensato al possibile sversamento di sostanze inquinanti, e qualcuno ha anche ipotizzato che il fenomeno potesse essere collegato con lo sciame sismico che sta interessando i campi flegrei.
Il lago d’Averno, considerato nell’antichità il punto d’accesso agli inferi, si trova a Pozzuoli, nel cuore della penisola flegrea. Ma il bradisismo non c’entra con l’affascinante colorazione rossa delle sue acque.
La porta degli inferi
Il lago d’Averno era considerato dal poeta Virgilio come la porta degli inferi ben prima che si aprisse la voragine del Turkmenistan: nel cuore dei campi flegrei, luogo “ameno e terribile” a pochi passi dall’Antro della Sibilla Cumana, questo bacino lacustre è da sempre ammantato di miti e leggende.
Il colore opaco delle sue acque, che gli conferisce un aspetto oscuro e misterioso, era un tempo associato a una fittissima vegetazione; nell’antichità, inoltre, dall’Averno provenivano intense esalazioni, cosa che potrebbe aver influenzato l’immagine che ne avevano i primi abitanti della zona. E così, tradizione vuole che nel lago vivesse un oracolo capace di comunicare con i morti, mentre altre leggende credono che nelle cavità attorno vivessero i Cimmeri, un antico popolo menzionato nella mitologia greca.
Il lago d’Averno è uno specchio d’acqua che risponde in pieno al carattere ameno e terribile dei campi flegrei: protetto dagli déi quanto a bellezza, può improvvisamente essere colpito dai fenomeni naturali incontrollabili tipici del bradisismo e dell’intensa attività vulcanica della zona. Lo stravolgimento dell’aspetto dell’Averno è ancora più d’impatto se osservato dallo spazio, come mostrato nelle immagini del satellite Copernicus Sentinel-2, nella foto sotto (Credit: Unione Europea, Copernicus Sentinel-2 imagery).
Il fatto che le acque dell’Averno siano diventate rosse, però, non è un fenomeno di portata geologica, né un evento eccezionale.
Perché l’Averno diventa rosso
L’ultima volta che il lago d’Averno si è tinto di rosso era il 2017: il fenomeno è piuttosto frequente, e avviene ciclicamente. “Questo fenomeno” si legge in una nota diramata dall’INGV di Napoli “non è legato al medesimo bradisismo né ad altri fenomeni vulcanici”. Si tratta piuttosto di un evento stagionale e frequente, dovuto a un particolare tipo di alga.
Come spiegano i ricercatori, il colore rosso “è dovuto alla proliferazione di certi tipi di alghe ed eutrofizzazione del lago in concomitanza di certe condizioni climatiche”. Si parla di eutrofizzazione per indicare una condizione, non sempre passeggera (come in questo caso), in cui le sostanze nutritive in un ambiente acquatico diventano particolarmente ricche, oppure si assiste alla proliferazione degli organismi vegetali causata dallo squilibrio di sostanze nutrienti nelle acque.
Nel caso dell’Averno, la colorazione rossa è dovuta all’accrescimento di una particolare alga unicellulare, la Planktothrix rubescens, “tipica di laghi e bacini chiusi di acqua dolce con acque ferme e stagnanti e temperature non elevate e inferiori ai 18°C” spiegano i ricercatori dell’Arpac, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale in Campania.
Poche ore dopo che il fenomeno ha interessato l’Averno, anche le acque del porto di Baia, a pochi chilometri dalle porte dell’inferno, si sono colorate di rosso, alimentando il mistero. I tecnici della UO Mare Arpac sono subito giunti sul posto per indagare il fenomeno: “è ipotizzabile che le acque dell’Averno, probabilmente per la pioggia di questa notte, siano giunte in mare colorandolo di rosso”, hanno subito ipotizzato. E i campioni prelevati vicino alla costa hanno confermato la spiegazione: anche il mare di Baia è diventato rosso a causa dell’alga rossa.