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MediaTek risponde: i test su Dimensity 9300 sono sbagliati

Dopo il video di Sahil Karoul sullo stress test sul MediaTek Dimensity 9300, l’azienda taiweanese ha risposto allo youtuber, definendo i dati come “poco attendibili”

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mediatek-dimensity-9300 Fonte foto: MediaTek

Dopo che lo youtuber esperto di tecnologia Sahil Karoul ha pubblicato su X il video sulle potenzialità del nuovo processore MediaTek Dimensity 9300, le preoccupazioni degli utenti si sono rivelate, per certi versi, fondate.

Il chip, come ben noto, non ha core ad alta efficienza e per mantenere la temperatura a livelli accettabili, deve necessariamente ripiegare su un throttling massiccio, riducendo di molto la sua frequenza operativa.

Certo, nessuno avrebbe potuto immaginato che dopo solo due minuti di stress test le frequenze dei core sarebbero state ridotte del 46%, con il rischio che i moderni sistemi di dissipazione del calore possano rivelarsi in questo caso inefficaci a mantenere alte le prestazioni di questo nuovo chip.

Ma la risposta di MediaTek non si è fatta attendere, e l’azienda taiwanese ha prontamente risposto a Sahil Karoul affermando che il suo chip è stato testato in modo errato.

La risposta MediaTek sul Dimensity 9300

Rispondendo allo youtuber, MediaTek ha definito quel test come poco attendibile aggiungendo inoltre che “non rappresenta accuratamente gli scenari di utilizzo del mondo reale“.

E su questa seconda affermazione il colosso non ha del tutto torto: questi bechmark sono progettati per spingere i processori al massimo, per un periodo di tempo prolungato, andando davvero oltre quello che è l’utilizzo canonico di uno smartphone. Ma del resto, il compito di queste prove è proprio quello di “stressare” il chip per testarne le potenzialità e l’affidabilità sotto sforzo, altrimenti non avrebbero molto senso.

Tuttavia, secondo sempre le dichiarazioni di MediaTek, per avere dati più credibili bisognerebbe testare la CPU su più dispositivi e non solo partendo da un unico smartphone (il Vivo X100, utilizzato da Sahil Karoul). In questo caso si avrebbero più informazioni da analizzare tenendo in considerazione anche un hardware diverso (ad eccezione del processore, ovviamente) e altri materiali costruttivi (forse) più efficienti in termini di dissipazione del calore.

Oltretutto lo smartphone di Vivo utilizza una camera di vapore, che viene definita come un sistema di raffreddamento passivo; una scelta che, sempre secondo, MediaTek, potrebbe aver “falsato” il test sulle prestazioni del Dimensity 9300.

Utilizzando, probabilmente, sistemi di raffreddamento attivi (come ventole dedicate o raffreddamento a liquido) si potrebbero avere risultati ben diversi.

Infine, ha continuato MediaTek, quella del throttling è una pratica piuttosto comune a tutti gli smartphone moderni, soprattutto quelli con schede tecniche molto performanti, ed è più che normale abbassare le frequenze per mantenere la temperatura del device a livelli accettabili.

Cosa significano le risposte di MediaTek

Nelle risposte di MediaTek c’è un fondo di verità ed è assolutamente vero che tutti gli smartphone moderni utilizzano sistemi del genere per tenere sotto controllo le temperature.

Tuttavia, quello che ha realmente “spaventato” gli utenti è il calo così brusco registrato col Dimensity 9300 che ha (quasi) dimezzato le sue performance in soli due minuti.

Le prove eseguite su altri smartphone, come il Samsung Galaxy S23 Ultra con processore Snapdragon 8 Gen 2, hanno evidenziato che il chip ha mantenuto circa l’80% delle sue prestazioni dopo più di 10 minuti di stress test. Dati ben diversi che fanno comunque riferimento a un componente dalle grandi potenzialità, seppur di passata generazione.

Naturalmente, prima di decretare l’eventuale inaffidabilità del MediaTek Dimensity 9300 ci sono ancora molti altri test da effettuare e, vista la grande attenzione al riguardo, sicuramente non tarderanno ad arrivare.