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Overshoot day 2024, la Terra ha già finito le risorse: cosa rischiamo ora

Gli esseri umani hanno bisogno di 1,7 Terre per sopravvivere: è già scattato l'Overshoot Day 2024, in 6 mesi

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Il 1° agosto 2024 è stato indicato come l’Earth Overshoot Day del 2024. Ciò vuol dire che questo è il giorno simbolo che evidenzia il superamento della capacità della Terra di rigenerare le risorse naturali nel corso di un anno. Abbiamo letteralmente già sfruttato il fabbisogno naturale di 365 giorni, con ben cinque mesi d’anticipo. È quanto svelato dal Global Footprint Network. Si ottiene un quadro ben chiaro della situazione su scala globale: a fine anno avremo consumato risorse per un equivalente di 1,7 pianeti. A questo ritmo, si prevede che entro il 2030 avremo bisogno di due pianeti per poter sostenere il nostro stile di vita.

Come si calcola

Per poter calcolare l’Earth Overshoot Day si determinano le biocapacità della Terra. Ciò vuol dire che vengono considerate le quantità di risorse che il pianeta è in grado di generare nel corso di un anno. Statistiche alla mano, il valore ottenuto viene confrontato con l’impronta ecologica dell’umanità, che è di fatto il nostro peso che grava sul globo. Di fatto la nostra domanda di risorse.

La differenza viene dunque sfruttata per calcolare la data in cui il consumo delle risorse supera la capacità di rigenerazione della Terra. Il risultato viene moltiplicato allora per 365, che sono i giorni di un anno, così da determinare il momento specifico in cui il sovrasfruttamento ha inizio.

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La situazione italiana

L’Italia non è affatto un Paese risparmiatore, anzi. Le nostre abitudini si poggiano su numerosi sprechi e, al tempo stesso, siamo poco indirizzati verso il rispetto dell’ambiente su grande scala. Il nostro Paese ha infatti già raggiunto il suo personale Overshoot Day il 19 maggio 2024.

Ciò vuol dire, nello specifico, che se tutti vivessero come in Italia, da quella data in poi servirebbero 2,6 pianeti Terra per soddisfare i bisogni del mondo intero. Rispetto a quelle che sono le risorse effettivamente disponibili, dunque, le nostre abitudini sono eccedenti, in un gravoso debito ecologico che si ripete ormai da decenni.

Le conseguenze

Ecco parte dell’analisi di Coldiretti: “Stando all’ultimo rapporto Unep, sono stati prodotti 1,05 miliardi di tonnellate di rifiuti alimentari nel mondo. Ciò è equivalente a 132 kg pro capite, che rappresentano circa un quinto del cibo a disposizione per i consumatori. Circa il 60% di questi è attribuibile alle abitazioni, il 28% alla ristorazione e il 12% al commercio al dettaglio”.

Il fenomeno dell’eccessivo consumo è divenuto sempre più allarmante, decennio dopo decennio. Nel 1974 l’Overshoot Day cadeva il 30 novembre. In appena cinquant’anni, dunque, siamo passati da un mese in debito a ben cinque.

Uno stato di sovrasfruttamento che ha avuto conseguenze devastanti per l’ambiente. Partiamo dalla perdita di biodiversità, con molte specie animali e vegetali estinte o in pericolo. Abbiamo assistito a un accumulo eccessivo di gas serra generati dall’uomo, così come a cambiamenti climatici significativi.

Ciò che viviamo è una crisi di sistema, in un mondo che promette cambiamenti e poi li contrasta e rinvia all’infinito. Cambiare ha un costo in termini economici e sociali e, in generale, sacrifici e politica non vanno molto d’accordo.

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