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Privacy: nuova batosta per WhatsApp

Dopo il polverone arrivano i problemi politici: la nuova privacy di WhatsApp fa infuriare l'India e questo, anche se sembra strano, è importante per tutto il mondo.

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whatsapp Fonte foto: DenPhotos / Shutterstock

Il Governo indiano ha chiesto a WhatsApp di ritirare le recenti modifiche alla privacy policy dell’app di messaggistica, affermando che tali modifiche unilaterali non sono né giuste né accettabili. Secondo il ministro indiano dell’Elettronica e dell’Information Technology, infatti, i nuovi termini di servizio di WhatsApp suscitano “gravi preoccupazioni in merito alle possibili implicazioni per il diritto di scelta dei cittadini dell’India“.

Preoccupazioni espresse dal ministro direttamente a Will Cathcart, CEO di WhatsApp, in una email ufficiale in cui si fa anche una richiesta ufficiale: “Pertanto, siete invitati a ritirare le modifiche proposte“. Si tratta di una tegola enorme sulla testa di WhatsApp, sia perché (come ricorda lo stesso Governo indiano) l’India è uno dei mercati più grandi per WhatsApp (400 milioni di utenti attivi) e di sicuro quello con un potenziale di crescita maggiore, sia perché le recenti modifiche alla privacy policy di WhatsApp erano finalizzate a permettere a Facebook di introdurre nuove funzionalità nell’app di messaggistica che sono già in fase di sperimentazione. Proprio in India. Ma non solo: il ministro indiano accusa WhatsApp di discriminare gli utenti indiani, che sarebbero meno tutelati rispetto a quelli europei.

A che serve la nuova privacy di WhatsApp

Tutta la questione ruota intorno al fatto che, con la nuova privacy di WhatsApp, la piattaforma di messaggistica cambia il modo in cui le chat degli utenti possono essere archiviate.

La novità riguarda solo le chat scambiate tra un utente privato e un profilo WhatsApp Business, cioè quello di un negozio o di una azienda. Con la nuova privacy le aziende possono salvare i dati delle chat e usarli a fini di marketing o per proporre nuovi prodotti ai clienti/interlocutori.

WhatsApp: il problema India

La presa di posizione del Governo indiano è una grossissima gatta da pelare per WhatsApp, che proprio in India (e in Brasile) sta sperimentando due nuove funzionalità che dovrebbero rappresentare i pilastri del futuro dell’app stessa: la vendita diretta di prodotti e i pagamenti all’interno dell’app.

Entrambe le funzioni serviranno al gruppo Facebook per portare, dopo anni, finalmente WhatsApp a fare utili. A “monetizzare” gli utenti, come si dice in gergo. WhatsApp Business come un e-commerce, quindi, potenzialmente in grado di far concorrenza persino ad Amazon visti gli oltre 2 miliardi di utenti nel mondo.

Ma se l’India blocca la sperimentazione, e fa muro contro queste novità, quei 2 miliardi di utenti diventano molti di meno: oltre ai 400 milioni di indiani, infatti, dal conto vanno già tolti circa 200 milioni di utenti europei.

WhatsApp: carpe Diem

La questione non finisce affatto qui, perché trasformare WhatsApp in uno strumento di vendita è a sua volta un mezzo, non un fine. Un mezzo verso un fine ancora più alto per il gruppo Facebook: l’affermazione a livello globale della criptovaluta Diem.

Annunciata ufficialmente a giugno 2019, con il nome di Libra, quella che oggi si chiama Diem è una moneta virtuale di tipo “stable coin“. Cioè con un valore stabile, legato ad un paniere di monete fisiche che comprende anche il dollaro americano.

Il disegno complessivo di Facebook è quello di trasformare WhatsApp in un e-commerce per guadagnarci due volte: la prima dalle commissioni che dovrà pagare chi vende, la seconda dalle commissioni di cambio valuta che dovranno pagare anche gli utenti se vorranno usare questa moneta per fare acquisti sulla piattaforma.

Cosa cambia per noi

In tutto questo gran polverone l’unica cosa certa è che, al momento, per gli europei non cambia nulla: gran parte delle modifiche alla privacy policy di WhatsApp sono infatti inapplicabili nel nostro Paese a causa (o grazie) al regolamento europeo sulla privacy. Il GDPR.