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Tempeste sempre più devastanti in arrivo: cosa sappiamo sugli uragani di Categoria 6

Tempeste e uragani sempre più violenti devastano il Pianeta: due scienziati chiedono di introdurre una nuova categoria nella loro classificazione.

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Dagli anni ’70 i meteorologi utilizzano la scala Saffir-Simpson per misurare l’intensità degli uragani. In questa scala parlare di categoria 5 ha sempre significato una cosa: trovarsi di fronte fenomeni devastanti con venti di almeno 250 km/h. Fenomeni che, di fatto, potrebbero radere al suolo intere strutture. Oggi, però, il pianeta è profondamente cambiato e mentre le temperature si alzano anche le tempeste via via stanno superando il limite. C’è da rivedere il concetto di "estremo" secondo alcuni scienziati, al punto da ritenere opportuno aggiungere una Categoria 6.

Come funziona la scala Saffir-Simpson

La scala Saffir-Simpson prende il nome dai suoi creatori: da una parte Herbert Saffir, ingegnere civile, e dall’altra Robert Simpson, meteorologo ed ex direttore del National Hurricane Center degli Stati Uniti.

Messa a punto nel 1969, questa classificazione prevede 5 Categorie a partire dalla 1, la meno intensa, alla 5, la più distruttiva. A questi si aggiungono due livelli minori: depressione tropicale, ovvero lo stadio immediatamente precedente all’uragano (con venti minori di 63 km/h), e tempesta tropicale, che supera il primo e determina la nomenclatura del fenomeno in base alla zona specifica in cui avviene (uragano, tifone, ciclone).

Secondo un nuovo studio di Michael Wehner, scienziato senior del Lawrence Berkeley National Laboratory, e James Kossin, illustre consulente scientifico della First Street Foundation, oggi sarebbe necessaria l’introduzione di una nuova categoria nella scala Saffir-Simpson.

La nuova Categoria 6 degli uragani

"Il cambiamento climatico ha chiaramente reso le tempeste più forti – ha affermato Wehner -. L’introduzione di questa ipotetica Categoria 6 aumenterebbe la consapevolezza in merito". È da questo presupposto che prende le mosse la proposta dei due scienziati, riferendosi a tutti quei cicloni tropicali con venti sostenuti di almeno 300km/h.

Non è la prima volta che la comunità scientifica affronta la questione. Di fatto, la scala Saffir-Simpson è stata studiata e strutturata in un’altra epoca e i tempi sono cambiati: oggi il Pianeta è scenario di fenomeni estremamente più violenti rispetto a 50 anni fa e potrebbe essere necessario non solo ampliare la classificazione, ma anche tener conto di altri fattori come moti ondosi e inondazioni. In sostanza tutti i fenomeni in costante aumento e legati al cambiamento climatico.

Wehner e Kossin intendono puntare i riflettori proprio su quanto il riscaldamento globale abbia drammaticamente cambiato l’ambiente favorendo gli uragani, nella speranza che la discussione sollevi l’urgenza di attrezzare meglio le comunità costiere per affrontare condizioni meteorologiche estreme, nuove e mutevoli.

La comunità scientifica si divide

Secondo Wehner e Kossin, riferirsi a una classificazione tanto distante da noi nel tempo potrebbe portare a sottovalutare i reali rischi legati al clima, che sono sotto gli occhi di tutti. Con l’aumento delle temperature globali  e il riscaldamento oceanico e atmosferico si stanno creando sempre più spesso condizioni favorevoli allo sviluppo di tempeste che si rafforzano rapidamente e diventano sempre più violente.

I due scienziati hanno studiato i dati a loro disposizione, portando diverse prove a sostegno della loro proposta. Emblematico è il caso dei bacini caldi come il Golfo del Messico, nel quale sono state misurate temperature della superficie del mare che hanno superato i 100°C durante la scorsa estate da record. Questo è proprio uno dei luoghi dove ritengono diventerà sempre più frequente lo sviluppo di sistemi di Categoria 6.

Non tutti i meteorologi, però, sono d’accordo. "È difficile per me immaginare la necessità di trasmettere una minaccia oltre questa [della Categoria 5, ndr], anche se un ipotetico ciclone tropicale avesse venti di picco che costituirebbero una Categoria 6 (comunque si definisca questa) – ha affermato Michael Fischer, assistente scienziato presso il NOAA’s Atlantic and Oceanographic & Meteorological Laboratory al Washington Post -. Se venisse stabilita una Categoria 6, ciò diminuirebbe la minaccia di una tempesta di Categoria 5, dal momento che non è più la classificazione più grave?".

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