Andor 2 è la migliore storia di Star Wars di sempre?
La seconda stagione è appena uscita in Italia ed è stata acclamata dalla critica: ecco perché è una storia politica che parla anche del nostro presente

La seconda e ultima stagione di Andor, la serie thriller targata Lucasfilm e nominata agli Emmy, è uscita il 23 aprile 2025 in Italia su Disney+.Se è ancora presto per valutare il suo successo tra il pubblico in termini di visualizzazioni e spettatori, quel che è certo è che la serie tv ha già ricevuto recensioni entusiaste da parte della critica, confermandosi uno dei prodotti più riusciti dell’universo Star Wars. Composta da 12 episodi, la seconda stagione di Andor, prequel di Rogue One: A Star Wars Story, vede Cassian Andor diventare un elemento chiave dell’Alleanza Ribelle e un eroico gruppo di protagonisti rubare i piani dell’arma di distruzione dell’Impero, La Morte Nera, gettando le basi per gli eventi del film del 1977.
Cosa dicono le recensioni di Andor stagione 2
Andor (i primi episodi sono visibili gratuitamente) è stata accolta come un capolavoro di narrazione televisiva e diversi critici hanno scritto che è tra le migliori produzioni del franchise di Star Wars, al pari di L’impero colpisce ancora e Rogue One.
Alison Herman di Variety ha sottolineato come questa stagione stabilisca un nuovo standard per le serie Star Wars. Anche altre testate hanno elogiato la resa visiva e l’autenticità delle scene. Nicholas Quah di Vulture definisce la serie un raro spin-off che arricchisce l’intero universo narrativo.
I critici hanno inoltre lodato la performance profonda e carismatica di Diego Luna nel ruolo di Cassian Andor. Secondo Dan Fienberg di The Hollywood Reporter, invece, Luna viene talvolta oscurato da altri membri del cast, tra cui Fiona Shaw e Stellan Skarsgård.
Perché Andor è diversa dalle altre storie di Star Wars
«Questa seconda stagione parla di tutti gli strati, del clima sociale e politico che deve esistere affinché scoppi una rivoluzione, affinché esista una ribellione», ha detto Diego Luna alla testata AP. «L’universo di Star Wars non ha mai smesso di raccontare la storia delle persone comuni che diventano cruciali per la storia».
In un editoriale pubblicato sul New York Times, anche Gita Jackson ha scritto che la serie tv Andor ha una evidente componente politica: è una storia che racconta i sacrifici brutali che le persone fanno, o sono costrette a fare, nella resistenza all’autoritarismo. Ciò rende la trama molto attuale, intensa e toccante, ed è facile individuarvi aspetti radicali, anticapitalisti e antimperialisti.
Il creatore della serie, Tony Gilroy, ha affermato che alcune ispirazioni arrivano direttamente dalla storia, a sottolineare ancora una volta la componente politica e attuale. Gilroy ha detto ad esempio che il personaggio di Nemik, autore del manifesto che ispira Andor, è stato modellato su un giovane Leon Trotsky. Benjamin Caron, regista di alcuni episodi, ha dichiarato invece che qualche spunto arriva dal film La battaglia di Algeri, che racconta lo scontro tra locali e occupanti durante la guerra franco-algerina.
Andor è davvero una serie tv politica e ribelle?
L’approccio narrativo politico di Andor, scrive sempre sul New York Times Gita Jackson, si discosta nettamente da ciò che ci si aspetterebbe da una multinazionale famosa per contenuti adatti alle famiglie e sequel nostalgici, ma l’autrice dell’articolo ritiene contraddittorio proprio il fatto che una serie tanto apprezzata per la sua politica rivoluzionaria sia prodotta da un colosso dell’intrattenimento.
«In un mondo dominato da giganti come Disney, restare fedeli ai propri ideali è difficile», scrive Jackson nell’editoriale. «Andor è al tempo stesso un’opera d’arte politicamente significativa e uno strumento commerciale. Non ha come obiettivo il cambiamento o la rivoluzione, ma l’abbonamento mensile da 9,99 a 15,99 dollari».
«C’è il rischio che guardare la serie diventi un surrogato dell’attivismo reale, che il tifo per l’Alleanza Ribelle sostituisca la militanza concreta», prosegue. «Disney vuole offrirti tutto, persino il linguaggio della tua ribellione contro di lei. A cosa serve sentirsi compresi, se l’obiettivo finale è farti spendere ancora di più?».