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SCIENZA

Scoperto un "mondo sotterraneo galattico", è più grande della Via Lattea

Esiste un enorme "mondo sotterraneo galattico", che raccoglie tutti i detriti e i "cadaveri" derivanti dai buchi neri e dalle stelle di Neutroni. Una scoperta che ci fa capire di più sullo Spazio e sull'Universo

Nella Via Lattea c'è un cimitero di stelle: è un mondo sotterraneo Fonte foto: iStock

C’è qualcosa nello Spazio, c’è qualcosa nell’Universo. E no, non stiamo parlando di forme di vita aliene (tanto attese dagli appassionati di fantascienza) ma di un mondo sotterraneo galattico, una parte del creato che si trova in fondo, dove ancora l’occhio umano non era riuscito del tutto ad arrivate.

Per spiegarlo in maniera semplice, questo mondo sotterraneo, recentemente mappato dal Sydney Institute for Astronomy dell’Università di Sydney per conto della Royal Astronomical Society, è praticamente un cimitero di stelle e corpi celesti, ricco di detriti e "cadaveri" derivanti dalle apparizioni di buchi neri e dalle esplosioni di stelle di neutroni.

Il mondo sotterraneo galattico e i corpi celesti sepolti

Com’è stato rintracciato questo mondo sotterraneo? Per saperlo bisogna fare una piccola premessa. Lo Spazio è ricco di esplosioni luminosebuchi neri più o meno violenti e di corpi celesti che collidendo fra loro si frantumano. Ora, specie quando si tratta di buchi neri ed esplosioni che coinvolgono stelle di neutroni, si innesca una reazione incontrollata, che fa esplodere le parti delle stelle coinvolte/nei pressi mentre il nucleo continua a comprimersi fino a spegnersi.

Quello che resta sono delle "carcasse stellari" che, in qualche modo, visto il devastante fenomeno che le ha coinvolte, deformano lo spazio, il tempo e la materia che li circonda. Nonostante, dunque, il nostro Universo sia ricco di questi "corpi celesti sepolti", si trovano in uno spazio interstellare che, fino ad adesso, era sfuggito alla vista e alla conoscenza degli astronomi. Fino ad adesso, almeno.

La scoperta del cimitero della Via Lattea

Erano decenni, infatti, che gli astronomi e gli scienziati si chiedevano dove potessero trovarsi fisicamente questi resti di stelle e corpi celesti. Solo negli ultimi due anni però una squadra di esperti guidati dal professor Peter Tuthill del Sydney Institute for Astronomy è riuscito a fare la differenza, sfruttando gli attuali strumenti all’avanguardia delle agenzie spaziali globali e ricreando con cura l’intero ciclo di vita delle più antiche stelle morte.

Uno dei problemi che la squadra di Tuthill si è posta è che le stelle di neutroni e i buchi neri più antichi sono stati creati quando la galassia era molto più giovane. Ciò significa che aveva una forma diversa, antecedente ai complessi cambiamenti (durati miliardi di anni) che l’hanno trasformata in ciò che è adesso. Hanno dunque applicato dei modelli del passato alla Via Lattea e, così facendo, hanno potuto costruire la prima mappa dettagliata che mostra dove si trova il Milky Way Graveyard [Cimitero della Via Lattea, ndr].

Il mondo sotterraneo e la nostra galassia

Il risultato finale, dunque, è una sorta di mappa di una necropoli stellare, che appare particolarmente suggestiva. Il mondo sotterraneo non è per nulla simile alla nostra galassia, come il team di ricercatori si aspettava. Questo cimitero spaziale si estende per tre volte in altezza rispetto alla Via Lattea e sembra più "gonfio" a causa dell’energia cinetica delle supernove, che creano un alone di gas densi attorno alla Via Lattea visibile.

Inoltre, i bracci a spirale caratteristici della nostra galassia non esistono nel mondo sotterraneo: sono completamente sbiaditi a causa dell’età della maggior parte dei resti. La scoperta più sorprendente riguarda però la posizione dei vari resti, che, secondo il professor Tuthil sono destinati a scomparire per sempre. «La spinta che questi cadaveri ha ricevuto durante le esplosioni – ha detto Tuthill – e quella che ancora riceve dalle forze ai confini della Via Lattea sembra spostarle sempre di più quasi "buttandole fuori" dalla Galassia per non farle tornare mai più».

Il loro rilevamento, comunque, è un enorme passo avanti: sapendo dove cercare i resti stellari e imparando a conoscere le direzioni delle spinte, la loro forza e le varie orbite, si potranno costruire intricati modelli per saperne di più sul ciclo di vita di ogni corpo celeste nella via Lattea, dalla sua nascita alla dispersione, passando, chiaramente, per la sua evoluzione.