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Esplosione nel Sole, delle particelle sono dirette verso la Terra: cosa sta succedendo?

Un'importante esplosione solare ha generato un arco di filamento di plasma incandescente: quali le conseguenze per la Terra

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Cosa sta accadendo sul Sole? Sulla sua superficie si è andato estendendo un filamento di plasma, dal moto roteante. Dimensioni notevoli e passaggio che ha generato un vero e proprio solco rovente, alquanto rilevante. Qualcosa che è già stato definito “canyon di fuoco”. Tutto ciò ha ovviamente avuto delle conseguenze, ovvero un’esplosione di plasma solare nello spazio e, considerando le distanze, tutto ciò ha chiamato in causa anche la Terra.

Esplosione solare

Fenomeni di questo genere sono dei veri e propri spettacoli, e in tal caso il tutto ha avuto luogo alla mezzanotte del 27 novembre scorso, come riportato dal sito che offre un costante monitoraggio delle condizioni del Sole, SpaceWeather.com.

Come detto, si è ottenuto un effetto “canyon”, figlio del fatto che il filamento di plasma è un arco più freddo e scuro, ancoratosi al campo magnetico del sole dopo il fenomeno occorso, con entrambe le estremità. Col passare del tempo, però, filamenti di questo genere esplodono, con l’arco creatosi che si frantuma nello spazio. Ciò comporta la liberazione improvvisa dal campo magnetico e la formazione di quella che potremmo definire una “cicatrice incandescente”. Ciò perché al di sotto dell’arco si trova del plasma ben più caldo e luminescente.

Al di là dell’impatto estetico, per così dire, la recente rottura di questo filamento ha innescato un’espulsione di massa coronale (CME). Con questo termine si indica una massa di plasma che il Sole spara nello spazio. Ben differente dai “brillamenti solari”, che rappresentano un tipo di esplosione ben più comune, costituita però da radiazioni.

Le conseguenze per la Terra

Stando a quanto riportato da SpaceWeather, alla CME iniziale se ne sono aggiunte almeno altre due, ore dopo. Una di questa era diretta nella stessa direzione dell’eruzione innescata dal filamento. L’avvicinamento del materiale di plasma alla Terra ha ovviamente delle conseguenze, con disturbi per la magnetosfera del nostro pianeta. Con ciò si fa riferimento alla bolla magnetica che circonda “casa nostra”. Tutto questo processo porta il nome di tempesta geomagnetica.

Stando alla National Oceanic and Atmospherica Administration, l’aspettativa era una tempesta di lieve entità. Il materiale si è diretto verso la Terra il 30 novembre scorso e l’impatto visivo è stato affascinante. Eventi di questo genere, infatti, possono comportare la formazione di aurore magnifiche ai poli. Al tempo stesso, però, possono avere conseguenze serie e gravose, come l’interruzione dei sistemi di navigazione satellitare, oltre alle reti elettriche poste in superficie.

Il ciclo del Sole

L’attività solare è regolata da un ciclo della durata di circa 11 anni, connesso al campo magnetico autogenerato del Sole. Allo stato attuale i suoi poli stanno scomparendo, il che preannuncia il picco del suo ciclo.

Nel corso dei prossimi anni, con il ricostituirsi del campo magnetico della nostra stella, l’attività della stessa diminuirà. Avrà così inizio il minimo solare, che è previsto per la fine del decennio. La sua attività è sotto estrema osservazione, considerando quanto sia cruciale per il nostro pianeta. Ad aver osservato il filamento è stata la sonda Solar Dynamics Observatory della NASA, che è stata lanciata ormai da più di un decennio, nel 2010.

Nel 2018, però, la sonda Parker Solar Probe si è presa il palco, avvicinandosi più di qualsiasi altro oggetto costruito dall’uomo. Nel 2020, invece, il Solar Orbiter dell’Agenzia Spaziale Europea è stato lanciato con l’obiettivo di studiare da vicino i poli del Sole. A ciò aggiungiamo il Daniel K. Inouye Solar Telescope delle Hawaii, che ha generato le prime immagini nel 2020, fornendo una visione dettagliata dell’attività magnetica solare. Una combinazione di esperti e tecnologie, che consentono di prevedere ampiamente l’attività del Sole in funzione degli effetti potenziali su di noi.

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