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SCIENZA

Sembrava un falso, ma ci ha fatto trovare un tesoro: rivelazione epica

Ci sono storie che hanno dell'incredibile, proprio come la recente scoperta su Galileo: da un documento falso sono arrivati a un libro che ha tenuto nascosto per tutto questo tempo.

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A 380 anni dalla sua morte, Galileo Galilei fa ancora parlare di sé. Lo scienziato è finito al centro di un vero e proprio giallo appena qualche mese fa, grazie alla scoperta di un manoscritto a lui attribuito ma poi, dopo alcuni esami approfonditi, rivelatosi di fatto un documento falso. Ipotesi su ipotesi, poi risultati inequivocabili che in un batter di ciglio hanno smorzato l’entusiasmo dei ricercatori dell’Università del Michigan, autori della scoperta. Oggi, però, grazie al professor Matteo Cosci dell’Università Ca’ Foscari di Venezia ci è stato rivelato qualcosa di inedito e unico: Galileo ha tenuto nascosto un libro firmandosi con uno pseudonimo.

Il manoscritto falso attribuito a Galileo

Pochi mesi fa era stato il New York Times a diffondere la notizia: un manoscritto da sempre attribuito a Galileo Galilei era in realtà un falso. Ben fatto certamente, ma pur sempre qualcosa che il fisico, astronomo, filosofo e matematico, considerato il padre della scienza moderna, non ha mai scritto di suo pugno.

Alla base di questa convinzione c’era, in verità, un equivoco di fondo ed è stato il professor Nick Wilding della Georgia State University a sciogliere ogni dubbio: l’analisi del documento ha dimostrato che le filigrane della carta risalgono ai primi anni del Novecento e non possono in alcun modo avere una datazione pre-settecentesca. Un’opera che non porta affatto la firma di Galileo, bensì quella del celebre (e abile) falsario Tobia Nicotra.

Sulla base di documenti risultati falsi, dunque, il manoscritto fu autenticato come originale. Ma tra questi ce n’è uno che è diventato inaspettatamente protagonista di una scoperta eccezionale.

Da un falso, l’eccezionale scoperta su Galileo

Al di là della querelle creatasi a proposito del manoscritto falso attribuito a Galileo Galilei, dall’altra parte del mondo, ed esattamente qui in Italia nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, un altro studioso ha iniziato un’indagine parallela. Il professor Matteo Cosci, ricercatore presso il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha controllato alcune note inedite di Galileo relative alla prima bozza del suo Discorso intorno alle cose che stanno in sull’acqua.

Ed è qui che l’accademico si è accorto di qualcosa di sospetto: tra queste annotazioni c’erano anche delle considerazioni relative all’interpretazione della cosiddetta “stella nova” risalente al 1604. Interpretazione riportata solo ed esclusivamente nel trattato Considerazioni astronomiche di Alimberto Mauri, in aperto contrasto con la teoria accreditata all’epoca ed elaborata dallo scienziato Lodovico delle Colombe.

La conclusione vien da sé e ha dell’incredibile. Per tutti questi secoli Galileo è riuscito a tener nascosto la sua identità di autore del trattato, firmandosi con lo pseudonimo di Alimberto Mauri e riuscendo a raggirare, così, ogni eventuale controversia o censura. “È un trattato completo, ed è scritto da una delle menti più brillanti della scienza occidentale – ha detto il professor Cosci. (…) Si potrebbe considerare un prequel di Sidereus Nuncius, che è stato il lavoro che ha cambiato la storia dell’astronomia e della scienza in generale”. Nel Sidereus Nuncius, infatti, Galileo Galilei ha messo nero su bianco le sue straordinarie osservazioni della Luna terrestre e di quattro lune di Giove, effettuate per mezzo del primo telescopio astronomico rifrattore mai costruito.

Galileo non ha mai ammesso di aver scritto le Considerazioni Astronomiche di Alimberto Mauri, nonostante tra gli studiosi aleggiasse questo sospetto (anche tra i suoi contemporanei). E, alla fine, la scoperta si deve proprio alla sua rivalità con Lodovico delle Colombe e alla voglia di rivalsa nei confronti del collega: la sua nota contiene punto per punto le critiche salienti del “rivale” proprio alle Considerazioni Astronomiche di Alimberto Mauri.

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