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In Sicilia è stato richiesto lo stato di emergenza per siccità: cosa sta succedendo e quali i rischi

Allarme siccità in Sicilia sempre più grave. Si richiede lo stato d'emergenza nazionale: ecco i rischi per la Regione

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La situazione siccità è sempre più drammatica in Sicilia e, in ambito locale, si ha la netta sensazione il governo di Giorgia Meloni sia prendendo la situazione non con la dovuta gravità. L’impatto rischia di essere enorme, sia per la qualità della vita dei cittadini, sia per l’intero settore turistico e agricolo.

La Regione ha dichiarato da settimane lo stato d’emergenza ma ora il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, così come il presidente Coldiretti Sicilia, Francesco Ferrari, chiedono a gran voce l’intervento della premier e del suo esecutivo: “Il Governo dichiari lo stato d’emergenza per affrontare la crisi idrica senza precedenti che sta attanagliando la Sicilia da settimane”.

In soccorso della Sicilia

La condizione di molte province in Sicilia è a dir poco gravosa. Il peso della siccità dilagante si fa sentire tanto per i cittadini quanto per le attività. Riescono a resistere meglio quelle appartenenti a marchi internazionali. Sono infatti in grado di investire ingenti somme di denaro per garantire i rifornimenti d’acqua necessari, ma tutti gli altri?

Le condizioni meteo avverse hanno provocato una significativa diminuzione delle precipitazioni. Un territorio da tempo alle prese con il problema idrico, che in questo 2024, sempre più attanagliato di cambiamenti climatici, rischia di costringere la Regione a effettuare scelte impensabili. Da una parte il turismo, dall’altra i cittadini e dall’altra ancora le coltivazioni.

Ad oggi la disponibilità idrica per l’irrigazione dei campi risulta compromessa. A rischio il sostentamento delle coltivazioni, a fronte di una media di piogge su scala regionale pari a circa 36 mm. Siamo alla metà della media mensile, pari a 73 mm, stando al periodo 2002-2023.

I primi settori in campo agricolo a subire il contraccolpo sono stati quello cerealicolo, ortofrutticolo e vitivinicolo. Risultano necessari più che mai degli interventi mirati. Tra questi l’erogazione di aiuti economici straordinari. Si dovrà compensare le perdite subite dagli agricoltori, al fine di consentire al settore regionale di restare in piedi.

Questo è però soltanto un fronte. L’altro prevede misure di sostegno per la gestione idrica e, al tempo stesso, l’accelerazione per ottenere le necessarie autorizzazioni e i finanziamenti per nuovi investimenti. Si parla ovviamente di interventi atti all’efficientamento idrico e d’irrigazione. Coldiretti fa sentire la sua voce, spingendo verso l’attuazione di un piano invasi, al fine di aumentare la raccolta delle acque piovane. Di certo ogni giorno passato è drammaticamente perso.

Siccità in Sicilia, le prime soluzioni

La cabina di regia regionale per l’emergenza idrica ha individuato le prime soluzioni. La riunione presso Palazzo d’Orlèans ha posto sul tavolo:

  • nuovi pozzi;
  • rigenerazione di altri pozzi;
  • rigenerazione di sorgenti esistenti;
  • pulizia delle traverse dei corsi d’acqua;
  • dissalatori mobili;
  • piccoli interventi per il ripristino delle autobotti comunali.

La cabina di regia sta mettendo a punto un piano di interventi, da inviare al governo centrale di Roma con i relativi costi. Si mira a dare respiro agli operatori del settore agricolo soprattutto, nella speranza di poter ottenere anche deroghe per l’uso dei fondi del Psr, dichiarando lo stato d’emergenza nazionale.