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Telegram vietato in Brasile: che succede

In Brasile Telegram è stato vietato da un ordinanza del tribunale poiché il social si è rifiutato di rimuovere la crittografia ad un canale in cui si incitava all'odio

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Telegram vietato in Brasile Fonte foto: diy13/Shutterstock

Un tribunale brasiliano ha ordinato la sospensione di Telegram in tutto il Paese e la rimozione dell’app da Google Play Store e Apple Store. Al momento l’app risulta ancora disponibile, anche se gli utenti brasiliani per accedere a Telegram, hanno bisogno di una rete VPN o di un server proxy. La motivazione data dal giudice riguarda il rifiuto del social di Pavel Durov di rivelare i dati personali degli utenti che avevano divulgato messaggi estremisti di odio.

La richiesta nasce dopo che un adolescente si è reso responsabile di una sparatoria di massa in una scuola in Brasile. Il ragazzo era iscritto ad alcuni gruppi Telegram in cui sono stati divulgati messaggi di incitamento all’odio. Il tribunale brasiliano, perciò ha richiesto i dati di questi utenti per condurre indagini e per prevenire altri attacchi di questo genere nelle scuole brasiliane.

Telegram difende comunque la privacy

La richiesta posta dal giudice brasiliano è particolarmente delicata, ma si scontra con la gestione della privacy adottata da Telegram, che è stata una delle prime app di messaggistica ad aver offerto la crittografia end-to-end (seppur meno robusta di quella di WhatsApp): i messaggi sono visibili solo alle persone che li scambiano e impossibili da leggere a terzi, inclusa Telegram.

La scelta di Telegram di non interferire con ciò che gli utenti condividono sulla piattaforma, e quindi di consegnare alle autorità i nomi di chi diffonde messaggi di odio, ha causato molti problemi con diversi governi.

Il divieto di usare Telegram in Brasile non è nuovo. Nel 2019, la piattaforma fu sospesa da un tribunale brasiliano dopo essere stata accusata di non aver rispettato le autorità locali nella prevenzione della condivisione di fake news e contenuti pericolosi.

L’applicazione però fu sospesa per un breve periodo di tempo, meno di 48 ore, poiché Telegram scelse di collaborare con le autorità brasiliane. Adesso, invece, Telegram ha fatto una scelta diversa.

Telegram pronto a lasciare il Brasile

Questa volta, rispetto al 2019, la situazione è differente e Pavel Durov, il fondatore della piattaforma, dal suo profilo personale su Telegram fa sapere che “i dati richiesti dal tribunale brasiliano sono tecnologicamente impossibili da procurare“.

Inoltre, ha rivelato che l’applicazione, già vietata in paesi quali la Cina, l’Iran e la Russia (dove è nata) a causa delle leggi locali, potrebbe abbandonare il Brasile per la stessa ragione. Per Durov abbandonare il Brasile è “preferibile al tradimento dei nostri utenti e dei nostri principi fondanti“.

Telegram ha annunciato che sta preparando un ricorso contro la decisione del tribunale brasiliano, il che significa che l’app rimarrà fuori dal mercato brasiliano fino alla conclusione della controversia.

Sicurezza o privacy?

Episodi come quello di Telegram in Brasile avvengono anche per altre app di messaggistica criptate, anche in altri Paesi del mondo. Basti pensare alla recente lettera inviata da WhatsApp e altre piattaforme al Governo britannico, per chiedere la modifica della contestatissima nuova legge sulla sicurezza online.

La nuova legge costringerebbe le piattaforme a rimuovere la crittografia ad ogni richiesta del Governo e a firmare la lettera, oltre a WhatsApp, sono state anche ElementSessionSignalThreemaViber, e Wire.