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Un PC nel corpo: scienziati trasformano il fegato in biocomputer

Uno studio realizzato dall’Università di Boston ha scoperto un metodo per far eseguire alle cellule delle istruzioni specifiche, così come avviene nei computer

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Un PC nel corpo: scienziati trasformano il fegato in biocomputer Fonte foto: Shutterstock

E se le cellule umane potessero ricevere ed eseguire delle istruzioni logiche così come accade ai computer? No, non è fantascienza ma uno studio dell’Università di Boston. Gli scienziati statunitensi hanno trovato un modo per comunicare e far eseguire delle istruzioni alle cellule di vari mammiferi, tra cui l’uomo.

Non si tratta del primo team di ricercatori in grado di interagire con le cellule o con parti del corpo umano in maniera simile a come si fa con i computer. In passato questo metodo era stato usato per combattere alcune infezioni da escherichia coli. Ora però con la nuova scoperta le cellule potranno eseguire ben 109 istruzioni diverse. Seguendo indicazioni specifiche e rispondendo alle particolari condizioni ambientali. Per riuscire là dove altri team di ricerca avevano fallito gli scienziati dell’Università di Boston hanno usato la ricombinasi, un enzima in grado di coordinare una ricombinazione genetica, ovvero uno scambio di regioni di DNA a partire da segmenti distinti e separati tra loro.

Come funziona e quali usi avrà

Questa tecnica verrà utilizzata in futuro soprattutto per la cura e la diagnosi in campo medico. Grazie a questa tecnica, che individua alcune proteine tipiche di una determinata malattia, sarà molto più rapido capire quale patologia presenta il paziente. Altre potenziali applicazioni comprendono la manipolazione dei linfociti T con lo scopo di uccidere i tumori, utilizzando le proteine in grado di rilevare due o tre biomarcatori di cellule di cancro. La tecnica inoltre potrebbe essere utilizzata anche per trasformare le cellule staminali in altre cellule a piacere. Con questo metodo sarebbe anche possibile ricostruire dei tessuti. Prima di vedere questo studio all’opera ci vorrà ancora del tempo, ma sicuramente si tratta di una scoperta sensazionale che potrà stravolgere molti concetti attuali in campo medico.