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Sta arrivando, sulla Terra, un campione di asteroidi direttamente dallo spazio: l'annuncio NASA

L'asteroide Bennu è una delle rocce spaziali maggiormente attenzionate da parte degli astronomi e i suoi campioni arriveranno presto sulla Terra

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Una forma sferoidale, un diametro di circa 500 metri e un’alta probabilità di impattare contro la Terra tra oltre un secolo. Sono queste le caratteristiche principali che aiutano a identificare l’asteroide meglio noto come Bennu, uno di quelli che fanno parte del cosiddetto Gruppo Apollo. C’è una missione spaziale della NASA che lo vedrà presto come assoluto protagonista.

Si sta parlando del progetto con cui l’agenzia americana intende riportare sul nostro pianeta proprio alcuni campioni di Bennu, per la precisione tramite la navicella OSIRIS-REx. I frammenti in questione hanno un’età incredibile e verranno sfruttati nei prossimi mesi per avere maggiori conoscenze sull’origine della vita. In che modo?

Il probabile impatto di Bennu con la Terra

Anzitutto va precisato che i campioni di Bennu da prelevare hanno circa 4,5 miliardi di anni e che serviranno anche per difendersi meglio dagli eventuali impatti con gli asteroidi. In effetti, questa roccia spaziale è considerata quella che con maggiore probabilità colpirà la Terra nel periodo compreso tra il 2169 e il 2199 (nonostante i pericoli non siano ritenuti eccessivi). A occuparsi dell’analisi dei campioni sarà un gruppo di ricercatori, composto da 200 scienziati di diverse nazionalità. L’obiettivo è quello di sfruttare un apposito dispositivo presso il Johnson Space Center della NASA. Il calendario delle operazioni è già ben delineato.

A settembre, dunque fra due mesi ormai, la capsula con all’interno il campione della missione OSIRIS-REx prenderà una strada diversa dal veicolo principale per immettersi nell’atmosfera terrestre. Mediante un apposito paracadute, il mezzo atterrerà nello Stato dello Utah, a poco più di cento chilometri da Salt Lake City. Già tre anni fa si era provveduto a studiare nel dettaglio le caratteristiche di Bennu, in particolare la regolite di cui è composto. Questi campioni di roccia e polvere sono presenti in grande abbondanza sulla Luna, ma nel caso dell’asteroide c’è qualcosa che li rende speciali.

Gli approfondimenti sui campioni di Bennu

La regolite di Bennu, infatti, è un residuo in buono stato di conservazione del sistema solare primordiale, per l’appunto risalente a 4,5 miliardi di anni fa. Ecco perché ci si aspetta molto dal punto di vista delle origini della Terra, in primis il ruolo svolto dagli asteroidi nel formare i pianeti e nel fornire acqua e materiale organico. È facile immaginare come gli scienziati saranno chiamati a gestire con la massima cautela i campioni, con la fine del 2025 che è stato indicato come il periodo più verosimile per il completamento degli approfondimenti astronomici. La storia di Bennu, d’altronde, è relativamente recente.

La scoperta ufficiale dell’asteroide risale al 1999 grazie al progetto LINEAR (Lincoln Near-Earth Asteroid Research), un programma per individuare rocce del genere tramite un telescopio robotico. Per diverso tempo si è deciso di chiamarlo provvisoriamente 1999 RQ, poi nel 2013 si è scelto di optare per la denominazione ufficiale attuale, vale a dire 101955 Bennu in onore di una divinità egizia minore. Il primo prelievo dei campioni, invece, è datato 2020, segno che ormai i tempi sono maturi per il ritorno sul nostro pianeta, in attesa di svelare verità importanti sulle origini della vita come la conosciamo.