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Aziende, 5 buoni motivi per ripulire la mailing list

Avere una mailing lista aggiornata aiuta le aziende a raggiungere potenziali clienti attraverso campagne di e-mail marketing.

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Aziende, 5 buoni motivi per ripulire la mailing list Fonte foto: Stock Adobe

Oggi la comunicazione online avviene su molteplici canali: social, e-mail, banner advertising e molti altri. Tra questi, però, la e-mail risulta essere uno dei più efficaci, da diversi punti di vista.

Per creare campagne di e-mail marketing performanti è importante avere delle mailing list ordinate, pulite e con contatti effettivamente in target. Questa condizione è necessaria affinché il giusto messaggio arrivi al corretto destinatario.

Eco cinque buoni motivi per cui ogni azienda che realizza campagne di e-mail marketing dovrebbe ripulire le proprie mailing list!

5 motivi per pulire una mailing list

1.      Una mailing list pulita massimizza l’efficienza

Avere una mailing list performante può fare la differenza nella riuscita di una campagna. Attenzione: raccogliere migliaia di contatti in rete e puntare sui grandi numeri non è assolutamente una strategia vincente. Una lista di contatti efficiente deve contenere un numero adeguato di anagrafiche, scelte in base al target da raggiungere, aggiornate e acquisite in tempi recenti e, possibilmente, già convertite attraverso una precedente campagna di lead generation.

Inviare e-mail a destinatari di questo tipo avrà diversi vantaggi: un alto tasso di apertura, un tasso di conversione superiore alla media per questo tipo di operazioni e un tasso di rimbalzo minimizzato. Proprio questo secondo punto merita un discorso a parte.

2.      Il tasso di rimbalzo va ridotto ad ogni costo

Il tasso di rimbalzo è una metrica, nota anche come bounce rate, calcola sulla totalità di invii e-mail la percentuale di messaggi che non hanno raggiunto il destinatario, dopo essere stati rifiutati dal server della casella e-mail di quest’ultimo.

Al di là dei soldi spesi invano per la spedizione dei messaggi, il tasso di rimbalzo influenza negativamente la domain autority del mittente, penalizzandola nel lungo periodo e dando il via ad un circolo vizioso che danneggia l’azienda e l’intera campagna.

Com’è possibile minimizzare il tasso di rimbalzo? La selezione accurata dei contatti è uno dei primi passaggi. Ricevendo indietro poche e-mail, i vari provider raggiunti vedranno come l’indirizzo del mittente sia affidabile, “lasciando passare” il messaggio ed evitando di filtrarlo come spam. Altre soluzioni includono un doppio processo di registrazione (noto come double opt-in) per i contatti e una costante pulizia degli indirizzi che restituiscono errori.

3.      La qualità premia, la quantità no

La maggior parte delle campagne di e-mail marketing viene avviata sperando di raccogliere nuovi potenziali clienti e intrecciare relazioni durature. Inviare migliaia di e-mail a contatti di utenti sconosciuti non solo penalizzerà il bounce rate, ma farà sprecare dei soldi al mittente e porterà dei risultati appena soddisfacenti.

Selezionando i contatti con un’attenta analisi dei dati e delle precedenti interazioni, sarà possibile inviare contenuti a tutti coloro che sono già ben predisposti per riceverli, sia che si tratti di semplici newsletter informative che di contenuti maggiormente promozionali.

Una mailing list pulita permetterà al mittente un alto tasso di conversione e ai provider uno scambio di informazioni ottimizzato, per massimizzare al contempo i risultati e la quantità di dati utilizzati.

4.      Meno dati, più informazioni utili

Quando una mailing list è piena di contatti inattivi o che hanno risposto negativamente a precedenti tentativi di comunicazione, sarà più difficile stabilire con certezza quali sono le variabili che influenzano maggiormente l’andamento della campagna.

Con una quantità di contatti e informazioni raccolte ridotta al minimo indispensabile, sarà anche più facile analizzare i risultati ottenuti e intervenire in modo mirato. Questo tipo di approccio non solo è funzionale al singolo invio, ma permetterà anche di costruire una solida base su cui progettare le future campagne: conoscere il pubblico è il primo step per intercettare i suoi bisogni e sapere come assecondarli.

5.      Un risparmio economico, puro e semplice!

Quest’ultimo punto aiuta a contestualizzare l’intero discorso e a metterlo in prospettiva. Perché un’azienda dovrebbe stare molto attenta agli invii delle proprie campagne di e-mail marketing?

Supponiamo che due aziende paragonabili, dopo aver condiviso con i contatti delle loro mailing list dei contenuti promozionali, riescano a convertire dieci utenti a testa in clienti. La prima azienda, investendo poco tempo nella selezione dei contatti, ha ottenuto questo risultato inviando 500 e-mail. Alcune di queste sono state rifiutate dai server destinatari, altre invece sono finite direttamente nello spam. La seconda azienda, stando molto attenta a questo aspetto, ha ottenuto un risultato pari inviando soltanto 100 e-mail.

In questo caso la seconda azienda avrà non solo ottenuto dieci nuovi clienti, ma potrà investire i soldi risparmiati in campagne future, potrà analizzare i dati ottenuti dagli invii ottenendo risultati più affidabili e potrà inviare contenuti futuri a server sconosciuti con una domain authority più alta.

Ripulire la propria mailing list conviene, non ci sono dubbi. A fronte di un maggiore investimento iniziale, i vantaggi nel breve, medio e lungo periodo sono assicurati.

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