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DeepMind: l’IA di Google che conosce a memoria la metro di Londra

In grado di imparare mappe complesse e rispondere a quesiti di diverso genere, simula, in parte, il ragionamento umano. Primo passo verso un cervello artificiale?

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Deepmind, l'intelligenza artificiale di Google Fonte foto: Deepmind

Arrivare a Londra e prendere la metropolitana è un’esperienza particolare per un turista. Non per il mezzo, ma per la complessità delle linee e per la frenesia dei passeggieri. Se vi siete persi sappiate che DeepMind, supercomputer a intelligenza artificiale di Google, è in grado di non sbagliare un cambio nella City.

I ricercatori britannici di DeepMind, azienda di proprietà di Google, hanno elaborato un sistema in grado di imparare mappe complesse e di rispondere a domande su esse. Certo direte voi, basta saper usare Google Maps, ma la tecnologia in questione è molto diversa. L’esperimento portato avanti a Londra prevede un mix di intelligenza artificiale, machine learning e neuroni artificiali con lo scopo di riprodurre il funzionamento del processo di scelta adottato solitamente dagli uomini.

Come funziona DeepMind

Le scelte di DeepMind, quindi non si basano su indicazioni esterne o istruzioni scritte nelle righe del codice sorgente di un programma. Il supercomputer Google è in grado di preferire un’opzione tra molteplici possibilità basandosi anche sull’esperienza acquisita e sulle informazioni che arrivano dall’ambiente esterno. Tutto questo è reso possibile dal Differential Neural Computer (DNC), un sistema informatico che replica il funzionamento della memoria umana.

Usi del DNC

I ricercatori DeepMind hanno dichiarato di aver testato questo tipo di tecnologia anche su altri campi, oltre la memorizzazione della mappa della metro di Londra. DeepMind basa il proprio funzionamento su una sorta di quiz: in fase di “startup”, il supercomputer risponde a una lunga serie di domande, così da ampliare il proprio campo di conoscenze e utilizzarle successivamente per dare risposte corrette in situazioni reali. Con questo processo di allenamento (per tentativi ed errori, potremmo dire) le prestazioni dell’intelligenza artificiale migliorano notevolmente. Nel dare risposte su alberi genealogici o avvenimenti storici si ha una percentuale di risposta corretta del 98,8% di correttezza con la memoria esterna.

Uffici DeepMind a LondraFonte foto: Deepmind

Uffici DeepMind a Londra

Una macchina con una memoria particolare

Non siamo ancora di fronte alla copia del ragionamento umano. E a dirlo sono gli stessi ricercatori del DeepMind, Alexander Graves e Greg Wayne: “Non vogliamo dire che ora abbiamo una macchina in grado di ragionare. Possiamo affermare che abbiamo un miglioramento e un cambiamento nella memoria. Una memora che è comunque parte necessaria all’interno di un ragionamento”.

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