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Freddo record e alligatori bloccati sott'acqua vivi: cosa sta succedendo in Texas?

Alcuni alligatori sono "congelati" sott'acqua, ma ancora vivi: una strategia di sopravvivenza particolare e affascinante conosciuta come brumazione.

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Nei giorni scorsi sono diventate virali sui social le immagini di un alligatore completamente immerso nell’acqua ghiacciata, con il solo muso che vi faceva capolino. E non è stato l’unico caso: nel Texas, per la precisione a Beaumont, i cittadini si sono imbattuti in numerosi esemplari della stessa specie che erano come congelati vivi sotto quelle acque gelide, ma che continuavano a respirare normalmente. Stranezza della natura? In realtà si tratta di un comportamento del tutto comune per gli alligatori e i rettili in generale, conosciuto con il nome di brumazione.

Alligatori “congelati” vivi in Texas

Molti Stati americani sono stati colpiti da un’ondata di freddo artico con temperature minime di -7°C in media che hanno messo a dura prova gli abitanti. Ma non solo: anche gli animali hanno risentito inevitabilmente di questo repentino abbassamento delle temperature e ogni specie a suo modo ha affrontato il cambiamento.

In particolare ha incuriosito il comportamento degli alligatori. Quelli dello Swamp Park nella Carolina del Nord e quelli del Gator Country Rescue Center di Beaumont in Texas sono diventati protagonisti di alcuni video e foto diventati in breve tempo virali sui social, in particolare su TikTok, per via di un comportamento all’apparenza insolito: se ne stavano lì, completamente immersi nelle acque gelide di stagni e paludi, ma con muso e narici al di fuori della superficie di ghiaccio. Apparentemente sembravano come congelati vivi, ma in realtà respiravano alla perfezione.

La brumazione come strategia di sopravvivenza

Ciò a cui hanno assistito i presenti è un comportamento noto come brumazione, che è un po’ il corrispettivo dell’ibernazione dei mammiferi. La brumazione non è altro che uno stato simile al letargo tipico di alcune specie di rettili, durante il quale “spengono” il loro corpo per conservarne le energie in vista dell’innalzamento delle temperature. In sostanza il corpo dell’animale modifica il proprio metabolismo e abbassa drasticamente la propria temperatura, rallentando i battiti del cuore fino a tre al minuto. Non è strano, quindi, che a una rapida occhiata sembrino morti, ma non è così.

È una vera e propria strategia di sopravvivenza per questi animali che generalmente brumano – si dice così – tra i mesi di ottobre e marzo, quando le temperature subiscono variazioni consistenti. Durante questo particolare periodo gli alligatori come i rettili in generale non possono né mangiare né bere, non espletano le loro funzioni corporee né si muovono. Restano lì, completamente immobili con il corpo che sembra congelato e anche per settimane non reagiscono ad alcuno stimolo. Nel caso degli alligatori ciò avviene nel loro habitat principale, quindi stagni e paludi, ma per altri rettili vale l’alternativa di seppellirsi sottoterra.

La brumazione non è uno stato perenne durante l’inverno, a differenza del letargo dei mammiferi che è una sorta di sonno profondo che si interrompe soltanto concluso il periodo. I rettili che brumano possono “risvegliarsi” di tanto in tanto, quando le temperature si alzano e tornano a livelli ragionevoli, in modo tale da mangiare e compiere ogni altra funzione vitale, ed eventualmente tornano a “congelarsi” quando occorra.

Un comportamento affascinante, ennesima riprova di come queste antiche specie di rettili siano riuscite a sopravvivere per decine di milioni di anni sul nostro Pianeta restando pressoché identiche.