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Un tuffo negli anni ’90 con la serie Netflix Generazione 56k

Su Netflix la nuova commedia romantica italiana che attraversa due epoche

Generazione 56k su Netflix

Dagli anni ’90 ad oggi la tecnologia è cambiata in modo devastante, ma allo stesso modo la concezione dei tempi e della vita è stata stravolta. Dalla lentezza di una connessione 56k che ci apriva un mondo fino ad allora molto lontano, siamo arrivati ad app che con un semplice cuoricino fanno trovare l’appuntamento di una serata. Generazione 56k (serie tv italiana disponibile su Netflix dal 1 luglio) è una commedia leggera che in 8 puntate racconta una storia d’amore che si sviluppa attraverso due epoche diverse: mette le radici lentamente durante l’era della connessione 56k ed esplode improvvisamente durante quella degli smartphone 5G.

La serie tv Netflix è stata prodotta in collaborazione con il collettivo The Jackal e andrà in onda il 1 luglio. L’idea è di Francesco Ebasta che ha anche curato la regia dei primi quattro episodi e vede la partecipazione di Angelo Spagnoletti, Cristina Cappelli, Gianluca Fru, Fabio Balsamo e Claudia Tranchese.

La storia

Generazione 56k racconta la storia d’amore tra Daniel (Angelo Spagnoletti) e Matilda (Cristina Cappelli), due ragazzi che si innamorano mentre lui cerca disperatamente l’anima gemella con un’app di dating e lei cerca le certezze mentre sta per sposarsi con l’uomo perfetto. Lui è il direttore creativo di un’agenzia napoletana che sviluppa app, molto insicuro quando si tratta di storie d’amore e circondato dai suoi amici di sempre: Luca (Gianluca Fru, tra i concorrenti del recente LOL su Amazon Prime) e Sandro (Fabio Balsamo); lei è la ragazza apparentemente sicura pronta al matrimonio, che si trova a fare i conti con un passato travagliato e con mille incertezze.

In realtà i due protagonisti si conoscono da quando da bambini abitavano nell’isola di Procida. Lui è il ragazzino spavaldo che sfidava il bulletto, ma era imbranato in amore e si era preso una cotta per la ragazzina più bella. Lei è l’amica della ragazzina popolare: si vestiva da maschiaccio, era segretamente innamorata di Daniel e allo stesso tempo la difficile situazione familiare (il padre aveva abbandonato la famiglia per vivere il suo sogno lontano dall’isola) l’aveva fatta maturare rapidamente.

L’incontro fa rinascere i sentimenti tra i due, complica le loro vite, le travolge e permette loro di riscoprire se stessi. Loro sono cambiati, il mondo intorno a loro è completamente diverso, ma quello che sentono nel profondo è sempre lo stesso. Ce ne accorgiamo mentre sentiamo sullo sfondo le canzoni degli 883 che fanno da collante tra le due epoche (qui una delle raccolte più celebri).

La location: l’isola di Procida

La scelta di Procida come location della parte dedicata agli anni ’90 non è casuale. Dall’isola i ragazzini guardavano in lontananza la grande città di Napoli, quasi irraggiungibile (a parte l’impresa della piccola Matilda che da sola attraversa il mare per cercare il padre che l’aveva abbandonata). L’unico modo per connettersi verso l’esterno era quel modem 56k. L’isola di Procida quindi è la contrapposizione con la grande disponibilità di informazioni e con la facilità di accesso di oggi quando abbiamo tutto a portata di click, cadono i confini e si riducono le distanze.

La tecnologia dagli anni ’90 ad oggi

Un modem 56k è lo strumento che permette a Daniel di portare innovazione tra i bambini dell’isola e a Matilda di rintracciare il padre. Tuttavia vediamo molti oggetti simbolo di quegli anni, dalle cassette VHS che venivano copiate, fino ai floppy disk e ai walkman. Vediamo anche l’ascensore che un tempo non permetteva alle persone di incontrarsi e nella frenesia di oggi può diventare uno strumento per fermarsi un momento e lasciar nascere un amore. Oppure ci può essere un bottiglione che raccoglie messaggi che verranno letti molti anni dopo, ma resteranno nel tempo, contrapposto ad un messaggio su una app, molto rapido e volatile.