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PMI E INDUSTRIA 4.0

Germania e Italia dietro nella trasformazione digitale dell'industria

L'Italia non sfrutta le proprie possibilità per digitalizzare il processo produttivo, compromettendo la crescita delle PMI nei prossimi anni

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Germania e Italia dietro nella trasformazione digitale dell'industria Fonte foto: Shuttesrock

L’Industria come la conosciamo oggi sta già subendo una profonda rivoluzione che sarà completata solo tra qualche anno. Si tratta di un cambiamento produttivo che poggia le sue basi sull’analisi dei dati e sulla digitalizzazione delle imprese. Eppure ci sono Paesi, come l’Italia, che non sembrano capirlo.

Internet of Things, le intelligenze artificiale, l’apprendimento automatico. Queste sono solo alcune delle nuove tecnologie che rivoluzioneranno, e in parte stanno già rivoluzionando il mondo imprenditoriale. Questo momento è fondamentale per le aziende. Chi per primo capirà questo cambiamento creerà un profondo solco tra sé e la concorrenza. Un vantaggio a livello produttivo che si tradurrà in crescita dei fatturati e un’internazionalizzazione dei mercati. Al contrario di quanto molti pensano, stiamo attraversando un momento molto florido per le PMI, nonostante le piccole dimensioni le imprese che capiranno e sfrutteranno le nuove tecnologie potrebbero diventare in poco tempo delle eccellenze in ambito internazionale.

Italia fanalino di coda

Eppure un’analisi su digitalizzazione e analisi dei dati effettuata dal McKinsey Global Institute ha mostrato come molte nazioni e molte imprese ancora non prendano seriamente in considerazione queste possibilità. Tra queste c’è anche l’Italia e a sorpresa anche la Germania. Se a livello economico il sistema tedesco può essere un modello a livello imprenditoriale la Germania, insieme all’Italia, sfrutta solo il 10% delle possibilità offerte dalla trasformazione digitale. I due Paesi sono i due fanalini di coda tra quelli più sviluppati. Vicino a Italia e Germania anche la Francia, che sfrutta solo il 12%. Mentre gli Stati Uniti raggiungono il 18%. Per capire il poco interesse italiano e delle imprese nostrane in questi temi è significativo il paragone con paesi mediorientali e sudamericani che hanno lo stesso risultato dell’Italia. Per fortuna, come abbiamo detto più volte, almeno a livello teorico le aziende hanno capito il bisogno e la necessità di sfruttare queste nuove tecnologie per crescere. La speranza è che presto si passi all’atto pratico. Opportunità che non riguardano soltanto le aziende ma che potrebbero aiutare anche i giovani senza lavoro. Specializzarsi nel campo dell’analisi e della gestione dei dati potrebbe essere uno dei migliori metodi per arrestare la disoccupazione giovanile. Basti pensare che solo questo settore negli Stati Uniti nell’ultimo periodo ha avuto una crescita del 51% rispetto al passato.